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 2024  settembre 06 Venerdì calendario

Periscopio

A Roma macabra festa per celebrare il massacro di Hamas del 7 ottobre. Il Secolo d’Italia.
«Il 7 ottobre 2023 è la data d’una rivoluzione. Dopo un anno il valore dell’operazione della battaglia del “Diluvio di Al Aqsa” è chiaro a tutto il mondo. Il 5 Ottobre 2024 scendiamo in piazza a Roma per una manifestazione nazionale a sostegno del popolo palestinese e del suo movimento di liberazione per onorare gli oltre 40.000 martiri di Gaza e i suoi combattenti, che da un anno lottano senza tregua, e per onorare tutta la Palestina che resiste e insorge contro l’invasore e il suo Stato coloniale.» Segue la firma: «I giovani palestinesi». Dal Foglio.
Non importa quel che accade a Gaza: più di 41.000 morti, soprattutto bambini e donne. Non importano le proteste sempre più diffuse in Israele – parenti degli ostaggi, sindacati, giornali – e nelle università europee e statunitensi. Il sionismo inteso come progetto coloniale vacilla ma la lobby ebraica, finanziariamente molto influente, non se ne cura. Se osteggi le politiche di Tel Aviv, difendi i palestinesi e chiedi di metter fine all’invio d’armi a Israele, vuol dire che sei antisionista, dunque automaticamente antisemita, dunque indifferente al genocidio subito dagli ebrei nel Novecento: questo il sillogismo ricorrente, arma della lobby. Barbara Spinelli, il Fatten quotidianen 1.
Stupri di massa commessi da Hamas: quante balle ci tocca ancora leggere. il Fatten quotidianen 2.
Gli aerei russi sono più protetti dalle garanzie occidentali di quanto lo siano i civili ucraini. Gabrielius Landsbergis, ministro degli esteri lituano (dal Foglio).
[In Ucraina] la guerra sta andando avanti come ci si poteva aspettare, considerando la forza della Russia e i ritardi nel sostegno occidentale, in particolare dagli Usa. Gli ucraini combattono bene e coraggiosamente, mantenendo in gran parte la linea del fronte, anche se ultimamente è scivolata un po’. Hanno ottenuto alcuni successi sorprendenti, come gli attacchi alla flotta russa del Mar Nero, la loro capacità di mettere in campo droni, e presto i missili balistici che stanno producendo per colpire in profondità il territorio di Mosca. E naturalmente l’invasione a sorpresa di Kursk, dove controllano territori. Ian Bremmer, fondatore del think tank Eurasia (Paolo Mastrolilli, Repubblica).
L’Ucraina non si sta battendo solo per se stessa, ma anche per scoraggiare altre aggressioni. Se ci tirassimo indietro oggi, finiremmo per pagare un prezzo incomparabilmente più alto domani. Tony Blair (Aldo Cazzullo, Corriere).
Oleksandra Romantsova – direttrice del Centro per le Libertà Civili di Kyjiv (Premio Nobel per la Pace 2022) – racconta ai nostri vertici politici l’azione di propaganda e l’uso dei soldi sporchi del Cremlino nell’economia e nel discorso pubblico del nostro paese. Linkiesta.
Ecco la verità dei numeri: Kamala peggio di Biden. Make Libero Great Again.
Cos’hanno in comune madre Teresa di Calcutta, l’Adidas, Balenciaga, Justin Bieber, la Walt Disney, Joe Biden, la Pfizer, la Grecia, le magliette della squadra spagnola Real Sociedad e Carlo e Camilla, sovrani del Regno Unito? Fanno tutti parte d’«un complotto satanico transgenerazionale per sradicare Gesù Cristo dalla terra e installare permanentemente il regno del male nel mondo». Pietro Salvatori (Occam).
[Venendo a noi,] Meloni fa, i suoi disfano. il Foglio.
Sangiuliano si confessa in tivù. Corriere.
Non infierirò sull’intervista che Gennaro Sangiuliano ha dato al direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, anzi non me ne occuperei affatto, se non lo avessi sentito con le mie orecchie assicurare che la presidente del Consiglio, nei loro famosi novanta minuti di colloquio a Palazzo Chigi, gli avrebbe detto: «Sii sempre sincero e di’ sempre la verità». Ed era uno dei passaggi più convincenti. Quasi quanto sentire l’intervistatore domandargli, verso la fine, se vedesse «una regia» dietro l’accaduto. È evidente a tutti la regia. Ed è altrettanto evidente che non si tratta di Ingmar Bergman. La linea di Francesco Cundari.
Pensavo fosse amore. Libero.
E girare un cinepanettone politico? Natale con la casta? Da Boris. Il Film (Ciarrapico, Torre e Vendruscolo, 2011).
«’O ministro ’nnamurato», «infingardo farfallone», «bombolo del golfo», «Genny Delon». ItaliaOggi.
Ricatto in camera da letto. Repubblica.
Egregia presidente Meloni, non s’incupisca per le disavventure del suo ministro. Forse non ha idea di quante e di quanto strabilianti ne ha viste [e fatte] il più celebre dei suoi predecessori, il Duce: dopo la marcia su Roma, parecchi dei suoi vissero il trionfo come la porta d’ingresso per «feste da ballo, champagne, principesse ninfomani, garçonierres, cocaina…». Mattia Feltri, La Stampa.
Meloni vuol fare la storia, ma farebbe meglio a studiarla. Linkiesta.
Provo tristezza quando mi accorgo che televisioni e quotidiani ci propinano ogni giorno questo dibattito su Boccia e Sangiuliano, con tanto di battutine inopportune e infelici. Vittorio Feltri, il Giornale.
Da tempo si dice che Elisabetta Tulliani, bella ragazza di qualche esperienza, influenzasse Gianfranco Fini non solo sentimentalmente, ma anche politicamente. (…) È convinzione diffusa che, col suo fascino fisico e intellettuale, [ella] abbia favorito l’evoluzione progressista del compagno trasformandolo da uomo di destra vecchia maniera (Dio, Patria e Famiglia) a rappresentante di punta del radicalismo laicistico. (…) Un’impresa che poteva riuscire solo a una ragazza consapevole delle proprie capacità di seduzione. Vittorio Feltri (da Panorama, 2010).
Vannacci, quanti militari l’hanno votata? «Non lo so in termini di numeri. Ma di sicuro sono stati tantissimi. Le forze armate mi amano». Ha visto il boom di Afd in Sassonia e Turingia: reputa il partito paranazista un interlocutore della Lega? «Certo. È un interlocutore per tutti noi sovranisti. Credo sia naturale dialogare con AfD, e con chi dovremmo farlo altrimenti? Con i socialisti o con i verdi?». Ma hanno posizioni razziste, generale. «Sono sovranisti». Simone Canettieri, il Foglio.
Questi non sono fascisti, sono ridicoli. Marco Travaglio, il Fatto quotidiano.
Il peggio, in Italia, non passa mai. Roberto Gervaso.