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 2024  settembre 06 Venerdì calendario

La figlia di Dick Cheney voterà per Kamala Harris

Suo padre era un’icona del Partito repubblicano, architetto della guerra in Iraq durante l’amministrazione Bush, e lei era il numero tre del Gop alla Camera, eppure il 5 novembre Liz Cheney voterà per Kamala Harris. Lo ha annunciato parlando mercoledì alla Duke University, nello Stato chiave della North Carolina per le presidenziali. L’ultima in una lunga serie di defezioni nel partito appartenuto una volta a Lincoln e Reagan, tra i conservatori tradizionalisti che non lo riconoscono più nella sua trasformazione trumpista. È difficile dire quanto impatto avranno sul risultato, perché ormai sono stati ostracizzati come traditori, ma in una sfida così competitiva potrebbero far mancare a Donald voti indispensabili per vincere.Dick Cheney, già deputato dello Stato super conservatore del Wyoming, era capo del Pentagono durante la Guerra del Golfo con Bush padre e vice presidente col figlio. La vera mente dell’invasione dell’Iraq dopo gli attentati dell’11 settembre era stata lui, punto di riferimento anche per i neocon. In altre parole, un’icona di quel Partito repubblicano. Dick poi aveva passato la sua eredità politica alla figlia, eletta anche lei deputata del Wyoming. Forte di questa tradizione familiare, Liz era cresciuta rapidamente nella gerarchia del Gop, diventando il numero tre alla Camera. Quando Trump aveva conquistato la nomination presidenziale si era allineata, sostenendolo e votando per lui. Fino a quando non lo aveva visto all’opera da vicino.La famiglia Bush aveva preso le distanze dal principio, anche a causa del risentimento per come aveva demolito Jeb durante la campagna del 2016. Dick aveva seguito, per differenze etiche e caratteriali, ma anche perché aveva un’idea del ruolo degli Stati Uniti come faro per la democrazia globale che Donald negava. Liz aveva iniziato ad allontanarsi progressivamente, ma poi aveva rotto in maniera netta dopo l’assalto al Congresso del 6 gennaio 2020, partecipando come vice presidente allaCommissione d’inchiesta della Camera e votando a favore dell’impeachment. Il partito rimasto nelle mani di Trump l’aveva censurata ed emarginata, fino a quando un candidato sostenuto da Donald l’aveva battuta nelle primarie per il seggio da deputata nel Wyoming, chiudendo la sua carriera parlamentare.Liz ha taciuto finora, ma mercoledì ha rotto il silenzio: «Come conservatrice, e persona che tiene molto alla Costituzione, ci ho pensato a lungo. A causa del pericolo che Donald Trump pone, non solo non voterò per lui, ma lo farò per Kamala Harris». Quindi, trovandosi nello Stato chiave della North Carolina, ha aggiunto: «Non abbiamo il lusso di sostenere altri candidati». Il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, ha commentato così: «Chi è Liz Cheney, e cosa fa?». Il vice Vance invece ha affondato i colpi: «Cheney si è arricchita mandando i figli degli americani a morire per le sue guerre. È la cosa più bella al mondo che appoggi Kamala Harris».La campagna democratica l’ha accolta come politica coraggiosa, che ha deciso di mettere il rispetto della Costituzione davanti alla fedeltà partitica e l’interesse personale. Non è l’unica, dopo l’ex deputato Kinzinger che aveva parlato alla Convention di Chicago, il figlio del senatore McCain, l’ex portavoce Stephanie Grisham, e duecento funzionari che avevano servito con i due presidenti Bush e il candidato Romney. Repubblicani anti Trump, convinti che il partito debba perdere con lui per poi rinascere. Harris ha detto che vorrebbe qualcuno del Gop nella sua eventuale amministrazione e potrebbe cercarlo tra questi tradizionalisti. Quanti voti riusciranno a spostare è difficile da prevedere. Nikki Halley, che nelle primarie aveva sfidato Donald, lo ha appoggiato alla Convention di Milwaukee, ma è possibile che alcuni suoi elettori non se la sentano di seguire l’indicazione, fatta soprattutto per proteggere il proprio futuro politico. E poche migliaia di voti, o di astensioni, potrebbero fare la differenza nei sette Stati che decideranno il risultato del 5 novembre.