Corriere della Sera, 6 settembre 2024
Andrea Marinelli è così antifascista che gli è dispiaciuto interpretare il Duce
Incarnare Benito Mussolini? «Per fare questo lavoro onestamente devi sospendere il giudizio sui personaggi che interpreti. Farlo con lui, per i sette mesi delle riprese, da antifascista convinto, cresciuto in una famiglia antifascista, è stata una delle cose più dolorose della mia vita». Un’impresa ardua ma riuscita alla perfezione quella di Luca Marinelli, protagonista degli otto episodi di M – Il figlio del secolo, tratta dal romanzo di Scurati, una cronaca serrata della nascita e l’ascesa al potere del fascismo in Italia, dal 1919 al 1925, dopo il delitto Matteotti. Un’impresa in cui non si è mai sentito solo. «Il romanzo, la sceneggiatura di Stefano Bises e Davide Serino, e la regia di Joe Wright, artista gigantesco, mi hanno fatto da guida. La sfida era far arrivare al pubblico il senso del progetto: siamo tutti troppi ignoranti, non abbiamo fatto i conti con il nostro passato. E ora vediamo che si ripresenta. La storia sta tornando, il fascismo purtroppo non se n’è andato. Chiudiamo il prologo con una frase: “Siamo ancora tra voi”. In Italia, in Europa, nel mondo, lo vediamo chiaramente». Fondamentale, insiste, «conoscere la storia, studiare».
Secondo Wright «non c’è distinzione tra il Mussolini uomo e il politico: il fascismo è la versione politica della mascolinità tossica». Il loro ha anche toni grotteschi. «Era una cifra che gli apparteneva – commenta Marinelli —. Ha usato questo lato da “bestia da palcoscenico” come veniva definito, per arrivare al potere». Oltre al romanzo, e i video dell’Istituto Luce, «che mostrano l’aspetto trionfalistico ma lasciano intuire anche il resto, mi è stato utile il testo di Ranuccio Bianchi Bandinelli, archeologo e antifascista, costretto a fare da guida a Mussolini e Hitler in occasione della visita del Führer a Roma, che lo descrive con molta lucidità». Non un mostro, né un diavolo. «Trovo pericoloso trattare i dittatori come pazzi. Sono persone come noi. Bisogna conoscerli». Mè un ottimo punto di partenza per studiare, o ripassare, quella tragedia. «È vergognoso quanto successo a Scurati», dice a proposito della vicenda della censura in Rai.