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 2024  settembre 05 Giovedì calendario

Panico in Parlamento: “Gli occhiali-telecamera hanno filmato pure noi?”

L’affare rischia di essere addirittura più scivoloso della battaglia combattuta a colpi di scontrini e, da ultimo, pure di “pizzini” legati alla liaison in salsa Pompeiana che ha come protagonista il ministro Gennaro Sangiuliano: i video fatti dalla “sua” ormai ex Maria Rosaria Boccia con l’ausilio di occhiali smart all’interno di Montecitorio hanno infatti prodotto un allarme che non è eccessivo definire di primo grado. Perché, volente o nolente, esiste sullo sfondo pure il rischio che siano state violate le garanzie costituzionali. Quelle dei parlamentari che fossero stati, loro malgrado, “registrati” anche occasionalmente tramite quel dispositivo. Uno scenario che va ben oltre il vulnus alle regole di comportamento imposte ai frequentatori più o meno assidui di Palazzo che non possono fare foto o riprese quali che siano: in quei lidi infatti, in base a un regolamento risalente almeno al 2002, riprese del genere sono consentite solo previa autorizzazione e per fini squisitamente giornalistici o similari.
Su questo fronte, intanto, ieri l’ufficio sicurezza di Montecitorio ha avuto il suo bel daffare: sono stati passati al setaccio i filmati postati sui social da Boccia. E “accertamenti” hanno poi anche riguardato i titoli con cui ha avuto accesso nel sancta sanctorum della politica: ne è venuto fuori che, almeno in questa legislatura, in suo favore sono stati fatti accrediti spot per partecipare a singoli eventi. Che però mal si conciliano (o almeno questa è l’impressione), con l’estrema libertà di movimento esibita dall’interessata nel tour tra stanze e corridoi di Palazzo a favore di social. Chi doveva vigilare quelle visite? Quanti ingressi ha effettuato? Domande che rimangono appese come del resto anche l’altra: chi e quante volte ha chiesto che Boccia fosse autorizzata a entrare alla Camera? Inutile chiedere conto però della lista in questione: c’è la privacy.
Non resta che occuparsi dei famosi video e dei regolamenti violati: a giorni (probabilmente il 10 settembre) il Comitato sicurezza presieduto dal vicepresidente della Camera Sergio Costa e composto dal collegio dei tre questori deciderà che fare. Un’opzione sul tavolo è che a Boccia possa essere interdetto per un certo periodo l’ingresso a Palazzo. Costa ha intanto anticipato che gli occhiali di quel genere sono legali, “il punto è l’uso improprio che tu ne fai dove è vietato”. Come a dire che la questione va riportata all’ambito del comportamento individuale. Ammonimento o interdizione saranno valutati in questo senso prima di prendere una decisione che comunque, come d’uopo, è inappellabile. È certo però che in pochi mesi la Camera è andata in tilt già due volte, causa ospiti indisciplinati: a maggio, per dire, l’ex deputato Stefano Apuzzo, eludendo i controlli, era riuscito a raggiungere il cornicione della Camera per appendere la bandiera palestinese. Ma evidentemente quello di Boccia è tutt’altro caso. Per questo, secondo quanto risulta al Fatto, non sono affatto escluse anche iniziative diverse. Laddove, per esempio, dovesse venire fuori che esistono altri video rimasti inediti. Di che tipo? Il timore, ai piani alti di Montecitorio, è che telecamera e microfono integrati agli occhiali usati da Boccia possano aver violato la riservatezza delle comunicazioni garantita ai parlamentari dalla Costituzione. E la cosa a quel punto avrebbe implicazioni più gravi rispetto a quelle fin qui prese in considerazione.