La Stampa, 5 settembre 2024
Ritratto di Andriy Yermak, il Cardinale Verde, capo di gabinetto di Zelensky
Volodymyr Zelensky, ex comico e autore satirico, da quando è stato eletto presidente dell’Ucraina nel 2019 ha avuto la tendenza a reclutare anche amici e colleghi della sua precedente vita per inserirli in ruoli istituzionali. Andriy Yermak, ex avvocato dello spettacolo e produttore cinematografico, non fa eccezione.Nato a Kiev, nell’allora Unione Sovietica, intraprende l’attività forense specializzandosi in diritto commerciale e della proprietà intellettuale, per poi riscoprirsi imprenditore dello spettacolo quando, nel 2012, fonda il “Garnet International Media Group” producendo alcune pellicole di successo in patria. L’anno prima conosce Zelensky, quando quest’ultimo è produttore del canale televisivo Inter. I due diventano amici al punto tale che il loro rapporto travalica il mondo dell’intrattenimento e si ripropone in politica.Quando Zelensky viene eletto il 21 maggio 2019, peraltro dopo aver interpretato il ruolo di presidente in una sitcom ucraina, lo nomina aiutante presidenziale per le questioni di politica estera. In questo ruolo negozia importanti scambi di prigionieri con la Russia nell’ambito della guerra in Donbass. L’11 febbraio 2020, a pochi giorni dall’invasione ordinata da Vladimir Putin e con il Paese già piombato in un clima di guerra, viene nominato capo dell’Ufficio del Presidente dell’Ucraina. Il giorno successivo diventa membro del Consiglio di sicurezza e difesa nazionale. La sua è una scalata ai vertici dei ranghi istituzionali di Kiev che coincide con un progressivo e inesorabile aumento di potere in seno alla leadership bellica che ha visto, dall’inizio del conflitto il 24 febbraio 2022, rimpasti e cambi ai vertici di governo. Non ultimo quello avviato due giorni fa di cui, secondo alcuni osservatori, uno degli architetti potrebbe essere proprio Yermak.Il capo di gabinetto è noto in alcuni circoli – riporta Politico – come il “Cardinale verde” di Kiev, l’appellativo deriva dal fatto che il suo cognome si riferisce al termine slavo che significa “verde”. Ma anche perché ha l’abitudine di partecipare alle conferenze e farsi immortalare nelle foto ufficiali con gli abiti color chachi di ispirazione militare, in linea con lo stile del suo diretto superiore. Yermak è la mente della strategia con cui Kiev è impegnata a “cooptare” i Paesi in via di sviluppo nel tentativo di strapparli dalle mire di Mosca. Al punto tale che, secondo fonti ucraine, il previsto cambio della guardia alla guida del ministero degli Esteri, è perché il dimissionario Dmytro Kuleba ha mostrato lacune proprio nel coinvolgimento del Sud del mondo sul tema della pace. Elemento che rafforza la tesi del consolidamento del “Cardinale verde”, il quale ha girato tutto il mondo per conto di Zelensky, incontrando funzionari di alto livello, conducendo trattative e concludendo accordi. Uno dei suoi successi più significativi è stato portare la Cina al tavolo delle trattative durante i colloqui di pace ospitati dall’Arabia Saudita lo scorso agosto.Il suo rafforzamento, spiega Politico, è anche figlio di un credito che vanta nei confronti di Zelensky per conto del quale «si sarebbe accollato beghe che gli hanno causato controversie per cui sono stati coinvolti anche membri della sua famiglia». All’inizio di agosto Bloomberg riportava che «le capitali occidentali sono preoccupate per la crescente influenza di Yermak». «Alcuni sponsor dell’Ucraina sono preoccupati per il numero di decisioni che sono nelle sue mani e la sua influenza diretta su diversi aspetti strategici, dalla politica estera alla pianificazione militare». Yermak, da parte sua, in un’intervista ha smentito tali voci. «Non sono coinvolto in ogni lavoro, coordino e basta. Sì, sono molto orgoglioso che il presidente chieda la mia opinione, ma lo fa perché ottengo risultati».Le preoccupazioni dell’Occidente derivano dal fatto che l’Ucraina sta attraversando «un’altra delicata fase del conflitto nel tentativo di respingere una nuova offensiva russa e di prepararsi al prossimo inverno, con la sua infrastruttura energetica in difficoltà e le elezioni statunitensi alle porte con la possibilità che Donald Trump torni alla Casa Bianca». «Dinanzi a uno scenario di questo tipo e con la crisi in Medio Oriente che distrae i sostenitori occidentali – è la conclusione di alcuni osservatori internazionali –, Yermak sarà sempre più importante come emissario del presidente e come suo ammortizzatore»