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 2024  settembre 05 Giovedì calendario

Elogio di Joker 2

Bisogna avere coraggio per trasformare il più atteso dei cinecomics in un musical e ancora di più per piegarne la storia verso una riflessione sui sequel e sulla loro «impossibilità», eppure è quello che ha fatto Todd Phillips (e il suo cosceneggiatore Scott Silver) con Joker: Folie à deux. Fin dalle primissime scene, dove i secondini irridono Arthur Fleck (Joaquin Phoenix) invitandolo a riprendere il ruolo di Joker, il film sembra sottolineare l’impossibilità per chi è detenuto nella prigione di Arkham, in attesa di essere giudicato, di tornare nei panni del personaggio che lo aveva reso celebre. E tutto il film, a partire dall’incontro in carcere con Harley Quinn (Lady Gaga) fino al processo, è un continuo gioco tra il tentativo di Arthur di conservare (e difendere) la sua vera identità e la pretesa del mondo esterno di fargli riprendere l’abito del vendicatore (nel primo film era diventato un simbolo per gli abitanti di Gotham che si ribellavano contro i tagli al welfare). Finendo così per trasformare il film (e il suo drammatico finale) in una riflessione sugli «obblighi» che anche l’industria del cinema sembra pretendere dai personaggi dei suoi film, condannati a ripetere in aeternum le stesse maschere. E forse per ribadire ancora di più la ribellione a questa «condanna», ecco che il film si stacca dalla tradizione dei cinecomics e prende la forma di un lungo, insolito musical, dove le canzoni sostituiscono i dialoghi con le loro frasi romantiche o disperate. Sorprendendo lo spettatore ma accompagnando (a patto di lasciarsi andare al fascino delle canzoni rese celebri da Frank Sinatra o dai musical Mgm) in un viaggio sorprendente. Anche Giulia Louise Steigerwalt sembrava voler sorprendere scegliendo di raccontare la storia di Riccardo Schicchi e della sua «agenzia» di pornodive, ma Diva Futura spara a salve. A cominciare dai troppi salti avanti e indietro della storia, il film non trova un suo equilibrio: non è una ricostruzione storica della pornografia in Italia negli anni 70 e 80 (che pure offrirebbe materia di molto interesse) e finisce per trasformare Schicchi (che Pietro Castellitto rende fin troppo simpatico) in una specie di sprovveduto Candide. E se giustamente il film evita qualsiasi colpevolizzazione moralistica, sceglie però furbescamente le svolte «drammatiche» (la lotta per il figlio, la morte repentina) per raccontare Cicciolina (Lidija Kordic) o Moana (Denise Caparezza) finendo per perdere di vista proprio il senso della loro avventura. Terzo film francese in concorso, Jouer avec le feu (Giocare col fuoco) di Delphine e Muriel Coulin mette l’operaio Vincent Lindon di fronte a un figlio che abbraccia la violenza dell’estrema destra. Ne parleremo più a lungo quando uscirà in Italia.