Corriere della Sera, 5 settembre 2024
Tutto quel che Sangiuliano non ha chiarito
Sono ancora diversi i dubbi sul comportamento del ministro Gennaro Sangiuliano e sul ruolo di Maria Rosaria Boccia che rimangono dopo l’intervista rilasciata al Tg1. Questioni politiche che continuano a rappresentare una spada di Damocle sulla testa del titolare del dicastero della Cultura riguardo alla sua possibile ricattabilità o comunque all’opportunità politica di avvalersi di una persona estranea allo staff ufficiale per la preparazione di eventi e in particolare per l’organizzazione del G7 Cultura in programma dal 19 al 21 settembre in Campania.
I soldi pubblici«Non un euro del ministero è stato utilizzato per la signora Boccia», ha affermato il ministro negando l’uso di denaro pubblico. Lui stesso ha però ammesso che in almeno due o tre occasioni le sue trasferte e quelle di Maria Rosaria Boccia sono state «pagate dagli organizzatori degli eventi». Insieme sono stati a Taormina, Polignano, Sanremo, Milano e Riva Ligure. Gli organizzatori di cui parla il ministro sono Comuni oppure associazioni che gestiscono soldi pubblici e dunque anche loro dovranno dare conto delle spese sostenute.
Il contrattoIl ministro ha ammesso che esisteva un contratto preparato per la consulenza di Maria Rosaria Boccia «ma se sarà esibito si dimostrerà che non è stato controfirmato», ha affermato. Perché finora è stato negato anche con note ufficiali del ministero, che fosse stato preparato? Quali altri incarichi sono stati affidati a Boccia in attesa che la sua posizione fosse regolarizzata?
Le telefonateIl ministro ha ammesso di aver fatto ascoltare in viva voce a Maria Rosaria Boccia almeno una telefonata tra lui e sua moglie, in particolare quella in cui veniva chiesto di «strappare il contratto e interrompere la relazione». Quella conversazione è stata registrata. Il ministro ha lasciato intendere che questa abitudine è stato uno dei motivi della decisione di interrompere la relazione sentimentale. Quanti altri colloqui sono stati messi in viva voce e registrati?
Gli audio e le nomineSul proprio profilo Instagram Boccia ha postato uno spezzone di registrazione, come a dimostrare di averne molte altre. Secondo alcune fonti la donna avrebbe captato alcuni commenti di Sangiuliano su colleghi di governo, politici e soprattutto su alcune nomine che gli sarebbero state sollecitate. Su questo punto Italia viva ha chiesto chiarimenti con Francesco Bonifazi che su X ha scritto: «A proposito di amichettismo, qualcuno potrebbe farci capire con quale criterio sono state fatte le nomine nella società Ales, che è il braccio operativo del ministero della Cultura? Sangiuliano vuole chiarire? O forse direttamente Meloni?».
Le chatSangiuliano ha ammesso che esistono chat private tra lui e Boccia e non ha nascosto il timore che possano essere rese pubbliche. «Sarebbe un reato», ha aggiunto, senza però poter escludere che il contenuto di queste conversazione – così come tutte le altre che sono state registrate – possa metterlo in una posizione di vulnerabilità.
Gli occhiali spiaBoccia ha pubblicato numerosi video all’interno di Montecitorio e del ministero della Cultura ripresi con gli occhiali spia, cioè dotati di una telecamera nascosta. Il ministro ha ammesso che in numerose occasioni, anche all’interno del dicastero, Boccia ha partecipato a riunioni e incontri. Adesso bisognerà scoprire se anche in quei casi abbia registrato e filmato le conversazioni tra presenti e che uso può essere fatto di questo materiale. Il Comitato per la sicurezza della Camera ha avviato un procedimento perché c’è un divieto previsto dal regolamento di Montecitorio.
La scortaAlcuni testimoni sostengono che alla trasferta di Polignano Sangiuliano si è recato utilizzando l’aereo mentre Boccia sarebbe arrivata a bordo della macchina messa a disposizione dal ministero. Se questo fosse confermato si tratterebbe di un uso improprio dell’auto di servizio. E in ogni caso, proprio perché la donna è stata ospitata in altre trasferte pur non essendo inserita nello staff del ministro, si dovrà valutare l’utilizzo di beni e servizi che invece sono destinati esclusivamente al rappresentante istituzionale e ai familiari oppure ai collaboratori ufficiali.