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 2024  settembre 04 Mercoledì calendario

Marcia indietro sulle sezioni per soli tedeschi a scuola

Bolzano -  Domani, primo giorno di scuola, alla primaria Goethe di Bolzano partiranno tre prime classi composte in eguale misura da alunni tedeschi e non. La dirigente Holzer, come era da giorni dato per scontato, è stata infatti costretta a fare marcia indietro sulla «classe speciale». Possibile per lei, come per le altre scuole, creare gruppi separati temporanei solo per incentivare e migliorare la conoscenza della lingua tedesca. Lapidario il direttore all’Istruzione Gustav Tchenett: «Abbiamo delle leggi e bisogna rispettarle». L’intendente Sigrun Falkensteiner, in un chiaro messaggio a politica, dirigenti «ribelli» e società altoatesina tutta, ribadisce che la scuola tedesca è «solo per l’inclusione» e ha le risorse per farla, a partire dai 150 docenti di sostegno. E la germanista Andrea Abel rimarca: «Le classi speciali non funzionano. Non è vero che portano alla conoscenza dell’altra lingua».
«La classe speciale alla primaria Goethe non verrà realizzata»: ad ufficializzare quanto era ormai scontato, dopo le ripetute dure prese di posizione del presidente Arno Kompatscher e dell’assessore provinciale alla scuola tedesca Philipp Achammer, è l’intendente Sigrun Falkensteiner. La conferma, con i suoi retroscena che svelano di un duro scontro tra l’intendenza e la dirigente Christina Holzer, arrivano alla fine di una lunga conferenza stampa in cui il vertice della scuola tedesca, presente il dirigente all’istruzione Gustav Tschenett, supportato dalla germanista Andrea Abel, ha smontato pezzo per pezzo, con risultati scientifici e dati oggettivi, l’opinione che la «classe speciale» sia la soluzione migliore per tutelare l’apprendimento dei bambini tedeschi e migliorare la conoscenza della lingua da parte degli altri.
Partendo dalla cronaca, domani la campanella del primo giorno di scuola suonerà nell’istituto di piazza della Madonna per tre prime classi composte da «metà bambini che conoscono bene il tedesco e metà che non lo conoscono», spiega Falkensteiner, che poi aggiunge un dettaglio che è una prima bacchettata a Holzer: «Alla Goethe non c’erano tre bambini tedeschi di fronte a una marea di bambini non tedeschi». Un dato che trova conforto anche nella percentuale di stranieri nella scuola tedesca, passata dal 9,12% del 2022-2023 all’8,90% dello scorso anno scolastico, contro il 23,9% nella scuola italiana.
A rifare le classi e a darne comunicazione ai genitori è la stessa Holzer che è stata costretta a farlo, rimanendo della sua opinione che la sua fosse la scelta giusta a «tutela dei bambini di madrelingua». Ma per Falkensteiner, che preferisce non rivelare e neanche commentare quanto detto da Holzer, «una cosa sono le opinioni e un’altra sono i compiti di un dirigente. Holzer conosceva bene il quadro normativo e sapeva bene che non poteva realizzare quel tipo di classe». E sul quadro normativo, nazionale ma soprattutto provinciale, a partire dalla delibera 112 del 2023 che non prevede «classi speciali», si è espresso anche Tschenett, anche lui con un messaggio indiretto verso quella parte della politica, a partire da settori della Svp (obmann Dieter Steger in testa) che avevano battuto le mani a Holzer: «Le norme le fa la politica e noi le rispettiamo – spiega Tschenett – Abbiamo il compito di promuovere l’inclusione e coltivare il rispetto delle diversità. Non si tratta di una decisione o di un’opinione personale, ma del mandato legale di tutti coloro che sono coinvolti nella scuola». Bocciata la classe speciale, Holzer, che ieri a mezzogiorno ha lasciato la scuola scura in volto senza voler parlare con i giornalisti, potrà comunque utilizzare tutta una serie di strumenti per far imparare il tedesco a chi non lo sa, usufruendo anche di 7,30 posti in più che rientrano nei 149 insegnanti di sostegno alla lingua che ha la scuola tedesca.
«La scelta didattica – ancora Falkensteiner – è compito della scuola sui concetti didattici esistenti»: uno di questi, utilizzato anche in molte scuole a Merano, è quello di creare classi temporanee in determinate ore per fare potenziamento di tedesco. Ma oltre che a chiudere il «caso Holzer», i vertici della scuola tedesca volevano mandare un chiaro messaggio che il loro focus è l’inclusione anche alla politica, ai dirigenti «ribelli» e alla società. Il primo, proiettando dei grafici, è quello che attesta che le classi di Bolzano non sono svantaggiate, ma sono nella media dell’apprendimento rispetto a quelle del resto del territorio. La docente della Lub e germanista per l’Eurac, andrea Abel, ha poi smontato la bontà delle classi speciali: «Esse non creano integrazione. Non è vero che portano alla conoscenza dell’altra lingua. Le scuole monolingue sono figlie ideologiche del Novecento». Ma frena anche sulla scuola bilingue: «Sarebbe solo una scuola per pochi. Di chi ha già buone conoscenze delle lingue».
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«Il presidente Kompatscher è un pericolo per gli altoatesini». Ad attaccare duramente il Landeshauptmann è la Südtiroler Freiheit che lo accusa di non tutelare abbastanza la scuola tedesca e di volere la scuola bilingue. E per i Freiheitlichen, in giunta provinciale assieme alla Svp, «il rifiuto dell’introduzione dei corsi di sostegno linguistico non è solo un’occasione mancata, ma un sonoro schiaffo in faccia per i bisogni dei bambini e per il futuro della nostra provincia».

La destra tedesca, sia di lotta che di governo, continua a martellare contro la decisione di bocciare la «classe speciale» per bambini non tedeschi voluta dalla dirigente della scuola primaria Goethe di Bolzano, Christina Holzer. «Le scuole tedesche, soprattutto nelle città, sono inondate di studenti la cui lingua madre non è il tedesco — si legge in una nota — e i ragazzi tedeschi sono in difficoltà. La Goethe di Bolzano voleva creare una propria classe scolastica con bambini che non conoscessero il tedesco, ma questo modello è stato bocciato da Kompatscher. Il presidente chiede invece l’introduzione di classi scolastiche miste attraverso la porta di servizio delle scuole italiane, ma questa è l’anticamera affinché arrivino anche in quella tedesca». Per la Südtiroler Freiheit servono, invece, per quest’ultima più scuole e chiede anche che venga nominata la Commissione paritetica per «decidere se a questi bambini farebbe meglio seguire lezioni di tedesco o di italiano basate su le loro abilità linguistiche». E per i Freiheitlichen «il rifiuto dell’introduzione dei corsi di sostegno linguistico non è solo un’occasione mancata, ma un sonoro schiaffo in faccia per i bisogni dei bambini e per il futuro della nostra Provincia. La situazione linguistica intollerabile è nota da anni, ma i responsabili continuano a ignorare i loro doveri». Per l’Obmann del partito, Roland Stauder, «nessun genitore può ritenersi soddisfatto della situazione attuale. La mancanza di competenze linguistiche della maggior parte dei compagni di classe, mette a rischio il futuro dei bambini di lingua tedesca, ostacola le loro opportunità educative e indebolisce i bambini di lingua tedesca La scuola come pilastro dell’autonomia. La politica deve finalmente svegliarsi e ascoltare i desideri e i bisogni delle persone soddisfare. Ma invece non c’è la volontà seria di adottare finalmente le misure necessarie».