la Repubblica, 4 settembre 2024
Albano in Israele per fermare la guerra
Dopo Kiev e Mosca, Gerusalemme. In missione con l’arcivescovo emerito di Taranto, Filippo Santoro, questa volta anche Al Bano che con monsignor Santorio condivide la partecipazione a “L’Isola che non c’è”, l’associazione fondata dal giornalista Franco Giuliano.«Sono sempre stato dalla parte di coloro che lavorano per la pace», dice il cantante di Cellino San Marco che in Terra Santa con la delegazione che consegnerà il Medaglione benedetto dal Papa a israeliani e palestinesi. La missione si concretizzerà appena le condizioni lo renderanno possibile. La speranza è di andarci entro settembre. «Io non vedo l’ora – spiega Al Bano dialogando con il fondatore dell’associazione – perché condivido in pieno questa azione; molto spesso si parla dei disastri, delle guerre, delle guerriglie che accadono nel mondo, di quello che succede per le strade del nostro paese, dove non puoi più camminare dopo una certa ora, perché non puoi più fidarti dell’essere umano. Ecco, quando invece si lavora per la pace so di voler far parte di quell’esercito di gente, e grazie a Dio ce n’è tanta, che ha voglia di costruire sempre il meraviglioso prato della pace. Per questo stavolta lì ci voglio essere anche io».A dicembre, Al Bano aveva dato il suo personale contributo alla causa con un concerto nella cattedrale di Molfetta, un concerto di Natale nel segno della pace, nella diocesi che fu di don Tonino Bello, profeta della pace, presidente di Pax Christi, protagonista della missione di pace a Sarajevo, nel pieno della guerra nell’ex Jugoslavia. Al Bano, questa volta, va oltre la sua ugola: «Mentalmente sono già sull’aereo che ci porterà a Gerusalemme e a Tel Aviv. Scendere dall’aereo, guardare in faccia quelle persone e soprattutto essere testimone di questo passo importante che è la voglia di pace, la voglia di seminare pace. Io istituirei il ministero della Pace. Mi sono chiesto: come mai esistono tutti i vari ministeri compreso, purtroppo, anche il ministero della guerra, ma non c’è il ministero della pace? Dovremmo pensare a istituire il ministero della pace». «Io – conclude – sarò insieme a voi per portare questo ramoscello di pace, questo medaglione benedetto da Papa Francesco. Sarò lì per assistere ed essere presente ad un atto veramente importante ed umano, un atto di cui tutti quanti noi abbiamo bisogno. Abbasso la guerra sempre, qualsiasi tipo di guerra». Due settimane fa, in occasione dell’annuncio della missione, monsignor Santoro spiegò la ratio dell’iniziativa: «Dinanzi a tanto immenso dolore nelle due parti in causa, sentiamo l’urgenza di percorrere tutte le strade possibili per sostenere ancora una volta la pace e il dialogo». «L’ipotesi – disse monsignor Santoro – l’abbiamo condivisa già da tempo con lo stesso cardinale Pizzaballa che si è sempre detto “assolutamente disponibile ad aiutarci”. In questi mesi abbiamo lavorato senza tregua per organizzare quest’altro progetto che ora contiamo di realizzare sperando anche nell’aiuto delle Autorità diplomatiche, così come è avvenuto per le precedenti missioni a Kiev e a Mosca dove siamo riusciti non senza difficoltà a portare un anno fa due sculture dell’artista Cosimo Giuliano»: un bassorilievo di San Michele Arcangelo ( destinata alla cattedrale Greco- Ortodossa di Kiev e un trittico in terracotta di San Nicola, esposto nella cattedrale cattolica di Mosca.