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 2024  settembre 04 Mercoledì calendario

In Africa il febbraio più secco degli ultimi cent’anni

È come se l’intera Francia fosse rimasta senz’acqua. Secondo il Southern African development community (Sadc), il 17% della popolazione dell’Africa meridionale, circa 68 milioni di persone, necessita di immediata assistenza a causa della siccità. Significa che decine di milioni africani, a causa degli effetti di El Niño, oltre alla sete devo fronteggiare un calo della produzione agricola e zootecnica che ha generato carenze alimentari in diversi paesi del continente.
«La stagione delle piogge del 2024 è stata impegnativa, con la maggior parte delle zone della regione che ha sperimentato gli effetti negativi del fenomeno El Niño, caratterizzato dall’inizio tardivo delle precipitazioni», ha spiegato il segretario esecutivo del Sadc, Elias Magosi. Pochi giorni fa i capi di Stato delle 16 nazioni dell’organizzazione si sono incontrati ad Harare, la capitale dello Zimbabwe, per discutere di questioni regionali, tra cui la sicurezza alimentare. Lo Zimbabwe, il Malawi e lo Zambia sono tra i paesi dell’Africa meridionale maggiormente colpiti dalla malnutrizione causata dalla siccità iniziata nel 2024. E hanno già dichiarato lo stato di calamità, mentre il Lesotho e la Namibia hanno chiesto un sostegno umanitario.
Lo scorso giugno il Programma alimentare mondiale delle Nazioni unite ha evidenziato i «terribili effetti della siccità», in particolare sulle comunità già vulnerabili alla carenza di cibo. «Le comunità rurali che abbiamo incontrato sul campo ci dicono di non aver mai visto nulla del genere e sono estremamente preoccupate per il loro futuro», ha sottolineato la coordinatrice dell’Onu per la crisi climatica di El Niño, Reena Ghelani. L’Africa meridionale ha attraversato il febbraio più secco degli ultimi cent’anni, ricevendo solo il 20% delle solite precipitazioni. Le temperature, inoltre, erano di diversi gradi superiori alla media.
Secondo il segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, il caldo estremo alimentato dalla crisi climatica «devasta le economie, amplia le disuguaglianze, mina gli obiettivi di sviluppo sostenibile e uccide sempre più persone». «Sappiamo qual è la causa: il cambiamento climatico indotto dall’uomo e alimentato dai combustibili fossili», ha aggiunto Guterres. «E sappiamo che peggiorerà. Il caldo estremo è la nuova anormalità». Gli esperti hanno avvertito che con l’intensificarsi degli effetti del cambiamento climatico i modelli meteorologici stanno diventando più estremi, con siccità, uragani, inondazioni e incendi boschivi che colpiscono gran parte del globo.
La siccità è dovuta alla combinazione di El Niño naturale (quando un riscaldamento anomalo delle acque del Pacifico orientale modifica i modelli meteorologici mondiali) e di temperature medie più elevate prodotte dalle emissioni di gas serra. Durante i periodi di siccità in gran parte dei paesi africani si registrano ampi movimenti migratori verso i corsi d’acqua o le grandi città. Un dato che, accostato alle previsioni sul cambiamento climatico, delinea scenari preoccupanti sui pericoli legati alle inondazioni e al sovraffollamento delle aree urbane. I modelli climatici indicano che se le temperature medie saliranno di oltre due gradi centigradi aumenterà in modo significativo la frequenza di periodi senza piogge. Nell’Africa meridionale, di conseguenza, i periodi di siccità potrebbero passare da due a quattro mesi all’anno. Con conseguenze devastanti sulla popolazione.