la Repubblica, 4 settembre 2024
La dittatura del miliardo
Il Cristo più grande del mondo dovrebbe sorgere in Armenia, in cima a un monte, alto una settantina di metri (30 di statua, 40 di piedistallo) e fosforescente, così che di notte si veda da quasi tutto il Paese. Dalle simulazioni si capisce che sarà un Cristo zeffirelliano (il contrario del Cristo pasoliniano, che per rispetto della storia aveva il volto semita). Non lo ha deciso un governo, non lo ha deciso un’istituzione pubblica, non lo ha deciso la Chiesa armena, lo ha deciso una persona sola, di quelli che chiamiamo oligarchi, o magnati. L’uomo più ricco dell’Armenia.Ha comperato tutto, il monte, il paesaggio, i giornalisti portati in gregge ad ammirare i lavori in corso. Il governo armeno (vedi l’articolo di Luna De Bartolo su Repubblica )sta sostanzialmente patteggiando con questo signore per non sembrare troppo sottomesso, e proteggere quello che resta di un sito archeologico (pre-cristiano) che il riccone ha già spianato per metà.Ogni governo, in teoria, dovrebbe rappresentare un popolo. Un miliardario cafone (esistono anche i miliardari signori, ma sono in netta minoranza) rappresenta solo se stesso. Eppure in tutto il mondo, non solo in Armenia, il potere di singoli individui maschi imbottiti di soldi è in costante ascesa, e sembra in grado di bypassare qualunque vincolo pubblico o interesse collettivo, per la serie: decido io, e voi non contate un (chissà come si dice cazzo in armeno).Una soluzione facilitante è stata trovata in Russia, dove oligarchi e governo, grazie a Putin, sono attori coincidenti, o quasi.Chissà se nel resto del mondo esistono ancora margini per contenere la dittatura del miliardo.