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 2024  settembre 04 Mercoledì calendario

Quasi bancarotta per i social di Trump e Musk

Donald Trump sarà anche testa a testa con Kamala Harris per la Casa Bianca. E Elon Musk sarà il genio che ha trasformato interi settori tecnologici. Ma sul piano finanziario le loro avventure nei social media sono fonte d’imbarazzo. Perché sia il lancio di Truth Social da parte di Trump che la conquista di X (già Twitter) da parte di Musk contano molto per la campagna del leader repubblicano. Eppure allungano le ombre di sconfitte in affari per entrambi, aprendo una finestra sui loro obiettivi meno visibili. Prendiamo Truth, la piattaforma quotata a Wall Street da Trump a marzo. Truth ha un bilancio da piccola impresa sull’orlo del fallimento. Ai dati più recenti fattura appena 839 mila dollari a trimestre, in calo del 30% rispetto un anno fa e con perdite di 16 milioni. Eppure vale 3,69 miliardi di euro in borsa e cioè, assurdamente, vale un migliaio di volte il fatturato (l’utile non esiste); ciò assegna alla partecipazione di Trump nel capitale il valore teorico di 2,18 miliardi di dollari. Non male per una creatura che poco tempo fa non esisteva e non ha mai guadagnato: vendendo parte del suo 59% di Truth, Trump si pagherebbe i costi da centinaia di milioni in avvocati per i suoi processi.
Il tycoon potrà vendere dal 20 settembre. Il problema è che, se lo fa, dimostra sfiducia nel suo futuro politico. Perché Truth sale e scende in borsa non in base ai ricavi e agli utili, ma a come va Trump dei sondaggi: il titolo è balzato del 36% dopo l’attentato, quindi calato del 58% con l’ascesa di Kamala. Se tra due mesi Trump perde la Casa Bianca, le azioni del suo social rischiano di trasformarsi in carta straccia in un minuto.
Niente in confronto ai problemi di Musk con X. Lui l’ha strapagata a 44 miliardi di dollari, prendendo 13 miliardi di debiti e lasciandoli da pagare sulle spalle della stessa azienda: un onere semplicemente impossibile. Infatti il valore di X è più che dimezzato (a dir poco), le banche trattano il suo debito come se fosse già in default e inserzionisti pubblicitari come Apple o Disney sono messi in fuga dall’affollamento di contenuti estremisti rilanciati da Musk stesso. Ora lui rischia di dover vendere azioni Tesla per puntellare il social media. Ma c’è una logica. Se Trump vince le elezioni e lui continua ad aiutarlo su X, allora Musk potrà contare su uno sponsor potente per vendere i propri servizi spaziali (SpaceX) e digitali (Starlink) ai governi di tutto il mondo. C’è del metodo in questa follia.