Corriere della Sera, 4 settembre 2024
Netanyahu in tv parla agli israeliani infantilizzandoli
Gerusalemme - La bacchetta di legno a indicare le aree più importanti sulla mappa luminosa, lo stile da imbonitore e da maestro di strategia che vuol dare una lezione anche a Joe Biden. O da meteorologo – hanno ironizzato gli israeliani – che predice solo tempeste «se non manteniamo il controllo militare sul Corridoio Filadelfia». Il premier Benjamin Netanyahu va in onda all’ora dei telegiornali, è la prima conferenza stampa da mesi e questa volta ha organizzato tutta la scenografia, come nei discorsi più importanti tenuti sul palco globale, dall’assemblea generale delle Nazioni Unite al Congresso americano.
Lunedì sera, mentre a migliaia protestavano nelle strade, ha monopolizzato gli schermi televisivi per spiegare perché ha deciso – e ha fatto votare al governo – di non ritirarsi dalla linea di sabbia, già asfaltata dai genieri dell’esercito, al confine tra Gaza e l’Egitto. I simboli sulla cartina sembrano disegnati per i bambini, una mossa pedagogica che ha raccontato nell’autobiografia Bibi my story, dove spiega come ha ridotto la complessità del Medio Oriente a misura di Donald Trump: raggiungere la pace sarebbe difficile quanto centrare una buca in un colpo sul campo da golf; i confini palestinesi sarebbero troppo vicini ai centri vitali dello Stato ebraico, lo stesso che da Brooklyn guardare i grattacieli dall’altra parte del ponte.
Così gli armamenti che sostiene ricomincerebbero a passare attraverso la frontiera sono missili e bombe stilizzate. La mappa è piena di senso per lui, lacunosa nella ricostruzione degli ultimi vent’anni propagandata dal primo ministro: dall’Egitto verrebbero trafficati anche milioni di dollari, simboleggiati da un sacco con la $ come quelli di Gambadilegno. Dimentica che dal 2018 è stato lui ad autorizzare il trasferimento di un miliardo di dollari in totale ai capi di Hamas, mazzette trasportate dall’ambasciatore del Qatar in valigie diplomatiche. La cartina omette anche la Cisgiordania, come se i territori palestinesi fossero già stati annessi e inglobati da Israele, come vogliono i suoi alleati coloni messianici e in fondo ha sempre voluto pure Netanyahu, salvo qualche stiracchiato – ed estorto dagli americani – supporto a parole per la soluzione dei due Stati.
Quel che conta è il messaggio per la sua base politica che ancora lo considera il Mago, capace di qualunque stratagemma. Tornare a controllare la scena e la sceneggiatura come alle Nazioni Unite quando aveva mostrato una bomba – di nuovo tratteggiata con una miccia da fumetto – e aveva tirato una riga rossa per indicare la soglia che non avrebbe permesso di superare all’Iran. Con lo stesso evidenziatore aveva spiegato, sempre ai leader mondiali riuniti nel Palazzo di Vetro, come sarebbe nato il nuovo Medio Oriente dopo gli accordi di Abramo firmati con alcuni Paesi arabi. O il gesto da illusionista con cui aveva svelato – un colpo solo e via il telo nero – l’archivio atomico trafugato a Teheran dagli agenti del Mossad.
Tornare a interpretare Mr. Sicurezza come nello slogan delle tante campagne elettorali vinte, adesso che i famigliari degli ostaggi lo chiamano Mr. Morte accusandolo di aver abbandonato i loro cari.