Avvenire, 3 settembre 2024
La complessa terminologia paralimpica
Tutte durante la medesima mattinata. Le gare di triathlon sono andate in scene in un’unica soluzione, perché domenica le condizioni della Senna non consentivano la balneabilità. La giornata festiva di sole ha ripristinato i livelli e così ieri tutti in fila per gareggiare intorno al Ponte Alexandre III, con Grand Palais sulla destra, la spianata degli Invalides a sinistra e la Torre Eiffel sullo sfondo. Undici gare, sei maschili e cinque femminili, tutte con lo stesso format: 750 metri di nuoto, 20 chilometri in bicicletta e 5 chilometri di corsa. Medesime distanze, ma prove diverse perché differente è la categoria che classifica gli atleti a seconda della disabilità. A cominciare sono i PTWC, che significa Para triathlon Wheel Chair, ossia atleti sulla sedia a rotelle, che effettuano la frazione di ciclismo sulla handbike e il segmento di atletica sulla carrozzina olimpica. Poi tocca ai PTS, ossia Para triathlon Standing, coloro che stanno in piedi, quindi pedalano sulla biciletta normale e corrono con le protesi. Infine vanno in scena gli atleti PTVI, ossia Para triathlon Visually Impaired, cioè i non vedenti, che gareggiano con l’aiuto di una guida. Il triathlon è quindi forse l’esempio più semplice per spiegare le innumerevoli classificazioni che connotano l’universo paralimpico. Ognuna è identificata con una lettera e un numero, variabile di sport in sport, avendo come riferimento la terminologia inglese. Così per esempio nel nuoto tutte le categorie sono caratterizzate dalla lettera S, che significa appunto Swimming, nuoto nell’idioma di Londra e dintorni. Dalla S1 alla S10 sono i nuotatoti con limitazioni funzionali fisiche in ordine decrescente di gravità (S1 più impattante, S10 meno grave), da S11 a S13 sono gli atleti con limitazioni funzionali visive, la S14 è per gli atleti intellettivi- relazionali). SB indica lo stile a rana, SM i misti. Nell’atletica si utilizza il prefisso T per le gare su pista (track). quindi corse con le protesi o in carrozzina, e le gare di salto, il lungo o l’alto, mentre il prefisso F (field) identifica i lanci. I diversi numeri servono per la specificità disabilità: 11 ciechi, 12 ipovedenti con guida, 13 ipovedenti senza guida, 20 intellettivo- relazionali, 31-34 atleti in carrozzina, 40-41 bassa statura, 51-57 atleti con limitazione agli arti inferiori, 61-64, atleti con protesi agli arti inferiori. Nel ciclismo gli handbikers sono classificati da H1 a H5, i tricicli T1 e T2. Nella scherma ci sono due gruppi: A per gli atleti con il movimento del tronco pieno e buon equilibrio, B per coloro senza movimento delle gambe. In tutti gli altri sport, WC identifica l’atleta in carrozzina, SL l’atleta in piedi con limitazioni agli arti superiori, SU l’atleta in piedi con limitazioni agli arti inferiori. Sigle difficili da comprendere all’istante, ma con le quali occorre familiarizzare per comprendere al meglio le gare.