il Fatto Quotidiano, 3 settembre 2024
Parola di B: “Non muoio neanche se mi uccidono”
Soprannomi. Riassumendo. Berluscaz, Berluskaiser, Berluskaiser del Tuben, Berluscosa, Berlusc d’Estaing, quel Berluscosa lì, Berluscon de’ Berlusconi, Berluscon de’ Furbacchioni, Burlesquoni. Bischero, frescone, fesso. Incolto, infantile, ubriacone, analfabeta. Marionetta. Vago, fumoso. Bulldog, pescecane, uomo-ragno, volpe. Ragazzo-coccodè. Tognazzi-che-faceva-il-playboy. Sorriso-a-salvadanaio. Harmony, Mulino Bianco. Narciso, pallino gonfiato, ganassa imbellettata, nano pelato, pettinatino, ingessato, cover-boy, faccia-di-plastica, nome-d’arte-Dudi, si pippa tre chili di bianca al giorno, bussò alle porte di Castrocaro e fu ricacciato dopo un provino incerto, se avesse le tette farebbe l’annunciatore, lanciere bianco, bagatto azzurro, rosatello, prosciuttologo, Grande Prosciutto. Sua Intromettenza, Sua Astinenza, Sua Interferenza, Sua Invadenza, Sua Cazzuola, piduista, Sua Emittenza, quarzo-potere, tubo vuoto, videocrate, etere-sessuale, Sua Prepotenza, soldi-sesso-successo e strafottenza, seduttore, Gran Seduttore, la figlia di Scalfaro, sornione, Napolitano, s’è portato a letto le più formose, Valeria Marini, vuoi troppo, Batman, Nembo Kid, Corsaro Nero, Zorro, Mandrake, Polifemo, Paperone, riccastro, Kim il Sung, Ceausescu, Ceausescu buono, sì buono, troppo buono, mago buono inesperto e fesso, Robin Hood al contrario, Perón, Sua Presidenza, Mister Thatcher, spavaldo, accentratore, arrogante, schiacciasassi, dittatore, padrone, duce, nuovo duce, Napoleone di Segrate, Turco di Arcore, Saraceno, boero, caudillo latino-americano, corpo estraneo, alieno, qualunquista, gassosa, refrattario al contraddittorio, programma confuso incerto avventato insufficiente, ideologia norditalian-reaganiana, termidoriano, affossatore-di-Mani-Pulite, palazzinaro, affarista, venditore di palloni, venditore di sogni, super-piazzista. Dietro di lui c’è il nulla. Acqua calda, però sovversivo, patriottardo, scioccamente rassicurante e telepredicatore. E anche sornione. E tuttavia orco, demoniaco, terrificante, satana, satana completo di corna, satana completo di corna zoccoli coda e puzza di zolfo, cambia idea più spesso delle mutande, s’è dato alla politica per salvarsi dai debiti, ex craxiano, compare di Craxi, peggio del vecchio, nato per fregarci, scandaloso, inopportuno e intollerabile, bubbone della maggioranza, inesperto, ha perso la testa, mi pare una caricatura, colossale fregatura, inesperto, frastornato, ingenuo, povero Cavaliere, mascalzoni che lo circondano, scoglionato, sbagliato, spallato, sòla, ormai sputtanato.
Io. “Io non muoio neanche se mi uccidono” (Berlusconi).
Origini. Silvio si chiamava Silvio perché, assicurò lui durante la campagna elettorale del 2006, fu concepito “in un boschetto”. Essendo lui nato alla fine di settembre, doveva essere stato un dicembre particolarmente caldo.
Delizie. A Rosario, città argentina che dette i natali a Ernesto Che Guevara, fu segnalato un bordello chiamato “Palacio Berlusconi”.
Falce. Andrea Camilleri, che nel 2000 compose un raccontino in cui B. incontra la morte. “Il Cavaliere, girando campagne e campagne, si imbatté in una vecchia scheletrica, vestita di nivuro, con una lunga falce in mano. La riconobbe subito e fece fare uno scarto al suo cavallo. ‘Schifosa comunista!’ murmuriò. La morte era d’orecchio fino e lo sentì. Si mise a ridere. ‘Tutte me le hanno dette! Ma comunista mai! Si può sapere perché?’ ‘E chi è più comunista di te? Tu consideri tutti allo stesso modo, ricchi e poveri, belli e brutti, ricchi e pezzenti! E questo non è giusto, gli uomini non sono tutti eguali. Io, per esempio…’”.
1. Continua
Notizie tratte da: Filippo Ceccarelli “B. Una vita di troppo” Feltrinelli. 640 pagine, euro €30,00