la Repubblica, 3 settembre 2024
Le donne afghane vinceranno sicuramente
Poche cose al mondo sono emozionanti come i video delle donne afghane che cantano per disobbedire alla tirannia dei talebani.È la vita che disobbedisce alla morte, né più né meno. Alcuni sono opera di donne esuli, alcuni realizzati in patria clandestinamente.Cercateli in rete, durano pochi secondi ma contengono i secoli. I secoli della sottomissione e anche della sopravvivenza, dell’ordine patriarcale e anche della sua inevitabile, sacrosanta effrazione. C’è il dolore della violenza subita, c’è l’esultanza della ribellione.Guardatemi, lo sto facendo: canto.Canto e nessuno me lo può impedire.Cantano. Ed è contro la legge. Mi chiedo quanti dei nostri ragazzi sappiano, e lo sappiano per davvero, che in alcune parti del mondo per le donne cantare, ballare, sciogliere i capelli, andare a scuola, uscire di casa da sole, è reato capitale.Rischiano la galera e la morte. Sono proprietà del padre, dei fratelli, del marito, non esistono come persone, sono solo fattrici. Forse saperlo li aiuterebbe a capire un po’ meglio il valore della libertà e dei diritti, e la costante minaccia di perdere l’una e gli altri.L’umanità sa essere di una ignoranza e una ferocia che definire bestiale è riduttivo – le bestie non sono malvagie e perverse, gli uomini sì. La voce delle donne può spaventare solo i malvagi e i perversi.È la voce dalla madre che ninna il bambino, è la voce dell’ eros, ha frequenze profonde e leggere al tempo stesso, le donne che cantano sono una delle meraviglie della vita. Calpestarle tutte, ingabbiarle tutte è impossibile, vinceranno sicuramente.