la Repubblica, 3 settembre 2024
La guerra psicologica di Sinwar spiegata in un pizzino
Su un pizzino manoscritto ritrovato nei tunnel di Gaza la strategia del terrore psicologico di Hamas per la trattativa sugli ostaggi. Un elenco per punti, mostrato da Channel 12,e la cui paternità è attribuita al movimento di resistenza islamica guidato da Yahya Sinwar. Su quella carta si rinviene il motivo per cui i sei ostaggi catturati il 7 Ottobre al rave Supernova sono stati brutalmente uccisi con un colpo in testa prima che l’esercito israeliano li riuscisse a recuperare.Punto uno: «Aumentare la diffusione di foto e video dei sequestrati per incrementare la pressione psicologica che generano». Punto due: «Fare qualsiasi cosa per aumentare la pressione psicologica su Gallant (il ministro della Difesa israeliano, ndr)». Punto tre: «Spingere sulla linea narrativa che Netanyahu è responsabile unico di quanto sta succedendo». Una lista di ordini diretta a tutti i miliziani di Hamas, ma soprattutto a quelli che si occupano degli ostaggi e della comunicazione.C’è un ultimo punto, che spiega meglio degli altri tre l’esecuzione a freddo dei sei ragazzi. «Colpire la narrazione israeliana secondo cui più aumenta la campagna militare sul terreno più aumentano le possibilità di vedere tornare a casa vivi gli ostaggi». In quest’ottica, il ragionamento sarebbe: se l’esercito nella Striscia di Gaza si avvicina ai rapiti, meglio farli fuori che vederli liberati e irrobustire così quella che è la linea dura del premier Netanyahu e dell’ala più di destra del suo governo.Repubblica ha chiesto ufficialmente alle Israeli defense forces (Idf) se quel pizzino, forse scritto dipugno da Sinwar, è autentico. La risposta è vaga, non è una conferma né una smentita: «Non possiamo confermare niente perché quella carta non è un documento dell’Idf».È noto che Sinwar, la mente del 7 Ottobre eletto capo dell’ufficio politico di Hamas dopo l’uccisione di Haniyeh, per comunicare con i suoi si serva di lettere e pezzi di carta. Documenti del genere sono stati trovati più di una volta nei tunnel, uno ancora qualche giorno fa, un manuale di combattimento datato2019 che spiega come si fa la guerra nei cunicoli e come i miliziani si debbono muovere nell’oscurità. Vi è riportata anche la decisione di Sinwar, presa un anno prima dell’assalto ai kibbutz, di investire 225 mila dollari in porte blindate per proteggere la rete sotterranea dalla risposta dello Stato ebraico.Dunque il terrorismo psicologico torna ad essere la prima arma di Hamas, come dimostrerebbe il pizzino mostrato dalla tv israeliana e come è certificato dal filmato “stile Isis” appena diffuso sui canali telegram del movimento islamista, dove si vedono i sei ostaggi ancora in vita mentre dichiarano le proprie generalità. Sugli stessi canali circola, non a caso, questo messaggio: «Netanyahu sta creando dozzine di Ron Arad». Ron Arad era un aviatore israeliano che venne fatto prigioniero da un gruppo sciita libanese nel 1986, di lui non si seppe più niente per un ventennio fino a quando, nel 2008, Hezbollah informò il governo israeliano che era deceduto. È come dire che gli ostaggi in mano ad Hamas non torneranno più a casa per colpa di Netanyahu. Esattamente il tipo di narrazione che Hamas ha interesse a diffondere, come recita il punto 4 del pizzino.