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 2024  settembre 03 Martedì calendario

Ateo querela prete che lo ha insultato sui social

Lo sbattezzo. È la bandiera che Alessandro Giacomini da Massimeno, inveterato ateo? agnostico? non credente? (fate voi) sventola da qualche anno con vigore. Ritenuto da qualcuno perfino eccessivo, ma si sa, ognuno mette il vigore dove crede. Don Felice Prosperi (Diocesi di Macerata) lo ha messo nella penna, scrivendo nei social all’indirizzo di Giacomini: “Solo un pezzente come te nega la bontà del battesimo ai bambini”. Non lo avesse mai scritto. Giacomini ha scritto alla Diocesi di Macerata per lamentare l’offesa ricevuta e per chiedere una risposta. Altrimenti (ci perdonerà il prode rendenero se facciamo notare lo scivolone nella lingua italiana, dato da “altresì” al posto di “altrimenti") prometteva querela penale nei confronti di don Felice. Qui si narra del capolavoro della Chiesa che, non a caso, governa da un paio di millenni, “nonostante i preti, “, come ebbe a dire il segretario di Stato vaticano Antonelli a Napoleone che pronosticava la fine della Chiesa in pochi anni. «Gentile signore – scrive la Diocesi – dato che Lei sostiene sui social un confronto di idee del tutto opinabili riferendosi alla Chiesa ed ai credenti con espressioni quantomeno colorite, che in tale contesto la risposta di don Felice Prosperi si sia concretizzata con espressioni altrettanto colorite non sembra rivestire una particolare rilevanza dal punto di vista legale». E qui arriva la “sommessa” (parola del vescovo) citazione della sentenza 31824 della Cassazione in cui la parola pezzente “non costituisce ingiuria”. Quanto alla buona educazione, «purtroppo duole constatare che nelle comunicazioni social, sia sue che del nostro sacerdote, questa pare particolarmente carente. Ma a questo riguardo possiamo solo esortare al bene». Così bacchetta entrambi i contendenti con uno stile di alta diplomazia. Finita qua? Figurati! Giacomini scrive direttamente al vescovo Nazzareno Marconi: «Rattrista il vostro riscontro, offensivo alla stregua dell’epiteto di don Felice Prosperi. Mi preme sottolineare che il gratuito pezzente è riferito ad un mio articolo ove non vi è alcuna offesa. Duole ricevere del maleducato da parte vostra. Per quanto riguarda il “pezzente” sarà la Procura di Trento a valutare la gravità, in quanto già domani presenterò la querela», eccetera eccetera. È proprio vero che il valore delle parole cambia come cambia il contesto. E viene in mente il verso della mitica “Locomotiva” di Francesco Guccini in cui la lotta dei poveri contro le ingiustizie si eleva a “guerra santa dei pezzenti”.