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 2024  settembre 02 Lunedì calendario

In morte di Giorgio Antonini, stuntman

Ha combattuto la sua ultima battaglia contro la malattia come un leone, come faceva sul set dei tanti capolavori del cinema italiano ed estero che senza stuntman come lui non sarebbero stati mai capaci di suscitare nel pubblico così tante emozioni. Giorgio Antonini si è spento prematuramente, a 59 anni, dopo avere tentato di sconfiggere per cinque lunghi anni il mieloma che lo aveva aggredito. Una lotta nel silenzio, condividendo il suo percorso tra chemio e cure sperimentali solamente con gli affetti più stretti, e senza mai abbandonare per quanto possibile il suo lavoro che amava tanto e per il quale aveva ereditato una viscerale passione dal papà Artemio, storico attore, caratterista e stuntman, immancabile nelle iconiche scazzottate dei film con Bud Spencer e Terence Hill.PASSIONE NEL DNA
Artemio Antonini, classe 1924, era praticamente nato e cresciuto insieme al cinema nel dopoguerra: remava con gli “schiavi” nella galea in BenHur, combatté contro Charlton Eston, partecipò a colossal come “Cleopatra” e “Sodoma e Gomorra”, per proseguire nei polizieschi indimenticabili con Tomas Milian e nei Fantozzi di Paolo Villaggio. In “Lo chiamavano Bulldozer” (1978), nel ruolo di uno degli scagnozzi di Osvaldo, pronunciò la famosa battuta «Osvardo nu riceve». Giorgio non era stato da meno e, soprattutto tra gli anni 90 e i primi del 2000, era stato un punto di riferimento, se non l’unico, per tutti coloro che volevano avvicinarsi alla professione.In video o come coordinatore degli stunt e delle scene, aveva lavorato sul set al fianco di numerosi attori e registi internazionali, da Denzel Washington a Ridely Scott, da Mel Gibson a Spike Lee, partecipando a sequel di successi come Indiana Jones, The Avengers, 007 (No time to die).
RUOLO IN OMBRA
«Giorgio – racconta Paolo, il più piccolo dei cinque fratelli Antonini – è venuto a mancare sabato mattina. Ho ricevuto tantissime telefonate di stima e affetto nei suoi confronti da parte di numerosi registi e attori, nazionali e stranieri. Il lavoro dello stuntman è un lavoro nell’ombra, eppure tanto faticoso quanto essenziale. Per gli stunt non ci sono riconoscimenti, non ci sono Oscar, anzi a volte vengono tenuti nascosti proprio per non offuscare la scena ad altri. Un recentissimo film “The fall guy” racconta proprio questi aspetti e con Giorgio ne parlavamo spesso. Di nostro padre il nome a molti non dice nulla, ma poi se vedi la sua foto tutti lo ricordano. Giorgio era esperto e patito di ogni arte marziale, fu tra i primi a portare a Roma la lotta a terra e il grappling. Avrà fatto non meno di 200 film. Non aveva solo un ruolo fisico di stunt ma allenava i ragazzi, preparava e spesso concepiva, anche con me, le scene stesse».
GIGANTE BUONO
Alto un metro e novanta, oltre cento chili di peso, Giorgio era per tutti il “gigante buono”. Nella sua palestra di via Valagussa al Portuense era stato maestro di combattimento e di vita per molti. Ed era molto conosciuto anche dal “popolo della notte” poiché per anni aveva diretto la sicurezza al “Goa” locale cult di via libetta considerato tra i cento migliori club al mondo, di cui uno dei titolari, “Giancarlino” Battafarano è il cugino. «Abbiamo avuto un grande legame fin da piccoli lui stuntman affermato nel cinema e maestro di arti marziali e armi antiche – ricorda – Con lui se ne va una parte importante della mia vita siamo stati inseparabili per tanti anni con i fratelli Mauro e Paolo ha gestito per anni la sicurezza del Goa poi le tante richieste del mondo del cinema lo avevano portato a mollare il lavoro di notte. Un grande Uomo, con la “U” maiuscola, con valori antichi e grande dignità, un amico, un cugino carnale che lascia un grande vuoto. Un abbraccio grande ai fratelli Mauro, Paolo, Simonetta e Sandro e in particolare alla moglie Catia e alle figlie Adele e Alice». I funerali si terranno domani alle ore 11,30 nella chiesa di San Francesco di Sales in via Portuense.