la Repubblica, 2 settembre 2024
Massimo Ammaniti, psicoanalista, sugli omicidi di Paderno
Roma – La fantasia di sopprimere i genitori, vissuti come un ostacolo per la propria libertà, è un pensiero che si annida, a volte, nella mente degli adolescenti. Lo spiega con chiarezza Winnicott, lo sappiamo, è un tema ricorrente, simbolico, che resta naturalmente a livello di fantasia e poi scompare, crescendo. Ma ci sono casi invece, penso a Erika e Omar, penso a questo ragazzo di Paderno Dugnano, nei quali con ferocia inaudita degli adolescenti scelgono di dare corpo a questo pensiero. Il risultato è la strage che abbiamo sotto gli occhi».Non è facile, nemmeno per uno psichiatra come Massimo Ammaniti, trovare una spiegazione al gesto di un diciassettenne che stermina a coltellate la famiglia.Professore, cosa c’è nel cuore e nella testa di quel ragazzo?
«Come possiamo dirlo? Però accade. Sempre più spesso. Tra i minori assistiamo a un incremento esponenziale della violenza, in famiglia, nel gruppo, contro le donne. C’è una assuefazione alla ferocia, amplificata dai social che hanno fatto cadere la barriera tra vita reale e vita immaginata».
Forse non conta ma è un dato di cronaca. Tutto il Paese oggi dice: “Era una famiglia serena, senza problemi economici, e lui un ragazzo tranquillo”.
«Infatti non conta. Questa violenza può esplodere ovunque, non è figlia del disagio. Torno, ancora, a Erika e Omar, vivevano in un contesto borghese. Eppure uccisero con 40 coltellate Susanna, la mamma di Erika, e il fratellino. E Pietro Maso aveva 18 anni quando assassinò i genitori».
Il 17enne ha infierito sui corpi con decine di coltellate. In particolare sul fratellino.
«Una volta deciso di realizzare quella fantasia di morte la violenza diventa fine a se stessa, un modo, terribile, per scaricare la rabbia».
Avrebbe detto che si sentiva oppresso dalla famiglia, voleva essere libero.
«La fantasia della soppressione dei genitori nasce proprio dal senso di limitazione che gli adolescenti provano in quella fase della vita, quando tutte le regole sembrano imposizioni. O dalla rabbia se si percepiscono inadeguati rispetto alle aspettative, se provano umiliazione. Però, come dicevo, si tratta di fantasie».
Ombre della mente e del cuore che tali restano fino a quando però un adolescente non le mette in pratica. In questo caso, poi, il ragazzo aveva provato a sviare le indagini, dicendo di aver ucciso il padre perché lui, il padre, aveva ammazzato la moglie e l’altro figlio.
«In questi soggetti il tentativo di organizzare il delitto perfetto dura poco. Piano piano il ragazzo parlerà, ma non è detto che spieghi perché ha sterminato la sua famiglia, sempre che un perchè ci sia».
Parlerebbe di follia?
«Francamente no».