la Repubblica, 2 settembre 2024
A Gaza tutti in fila per il vaccino anti-polio
Deir al Balah – In una mattina di caldo e afa a Deir al-Balah, è stata lanciata una campagna di vaccinazione antipolio presso l’Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa. Sotto il sole cocente, l’ospedale era animato da un’attività frenetica. Nel cortile c’era un grande frastuono: bambini che piangevano per paura dell’ignoto, mentre le madri cercavano di calmarli con parole di incoraggiamento e carezze dolci. L’aria era piena dell’odore di disinfettanti e di sudore a causa dell’affollamento.Intorno alle 8:30 del mattino, il primo dei giorni di pausa umanitaria per portare avanti le vaccinazioni, l’ospedale ha iniziato a preparare il materiale per la campagna lanciata dal Ministero della Salute con Oms, Unicef e Unrwa. File di tavoli pieni di forniture mediche sterilizzate erano allineati in cortile, dove medici e infermieri, con volti tesi ma determinati, rimanevano concentrati sulla loro missione. Alcuni dottori sussurravano dolcemente ai bambini spaventati, incoraggiandoli ad aprire la bocca per ricevere le gocce del vaccino, mentre sorrisi rassicuranti comparivano sui volti degli infermieri cercando di confortare le madri ansiose che guardavano con occhi pieni di paura e speranza.Quattro supervisori gestivano attentamente il processo. Hanno predisposto tavoli e sedie, preparato i vaccini, registrato i nomi dei bambini e dei loro genitori e richiesto documenti. Per garantire il funzionamento anche dei richiami successivi, sono stati creati dei documenti per ogni bambino, con il numero di dosi somministrate e specificando le prossime dosi programmate tra quattro settimane. «L’organizzazione del processo di vaccinazione in questo modo garantisce la sicurezza dei bambini e riduce il caos», ci ha spiegato un organizzatore.Nei giorni scorsi, il Ministero della Salute ha lanciato una vasta campagna di sensibilizzazione per garantire un’alta partecipazione. Messaggi sono stati inviati a migliaia diresidenti a Gaza, esortandoli a vaccinare i loro figli contro la polio, una malattia contagiosa che può causare paralisi permanente e, in alcuni casi, può anche essere fatale. I funzionari della sanità pubblica hanno sottolineato che il virus rappresenta una minaccia particolare in aree densamente popolate con risorse limitate come Gaza, dove può diffondersi rapidamente e causare devastazioni. Per aumentare la consapevolezza dell’importanza della campagna, molti influencer, leader della comunità locale e professionisti si sono uniti all’opera di sensibilizzazione. Hanno condiviso anche storie personali e testimonianze da parte di madri che avevano vaccinato i loro figli nelle campagne passate.L’atmosfera a Deir Balah era un mix di attesa e ansia. Alcuni bambini, che avevano paura delle iniezioni, sembravano terrorizzati e piangevano mentre si avvicinava il loro turno. Tuttavia, presto è prevalsoun senso di sollievo quando hanno scoperto che il vaccino veniva somministrato per via orale. Una madre di un bambino di quattro anni ha espresso un sentimento comune tra i genitori: «Avevo molta paura che mio figlio provasse dolore, ma mi sono sentita sollevata quando ho saputo che non ci sarebbero state iniezioni». In un angolo del cortile, una madre teneva stretto il suo bambino piccolo, cercando di nascondere le lacrime mentre il bimbo si guardava intorno con occhi vispi, chiedendosi cosa stesse succedendo. Accanto a lei, un padre teneva in spalla il suo bambino più grande, che tremava dalla paura.Nonostante gli sforzi per creare un ambiente sicuro e accogliente, non tutti i genitori erano convinti. Alcuni avevano paure e dubbi radicati. Interrogati sulla loro esitazione, molti genitori hanno espresso preoccupazioni che la campagna potesse essere parte di una più ampia cospirazione mirata ai loro figli. Altri erano preoccupati sulla qualità del vaccino, temendo che potesse essere scaduto o inefficace a causa di una conservazione inadeguata. Consci delle preoccupazioni, i medici le hanno affrontate in modo proattivo. Il dottor Judat ripeteva a tutti: «Comprendiamo le preoccupazioni dei genitori, ma non hanno alcuna base scientifica».La campagna di vaccinazione si estende su tutta la Striscia con un programma serrato: dal 1 al 4 settembre a Deir al-Balah, dal 5 all’8 settembre a Khan Yunis e infine dal 9 al 12 settembre nel settore settentrionale. L’azione mira a vaccinare oltre 640.000 bambini. Tra la popolazione è percepita come una testimonianza della resilienza e della determinazione del settore sanitario a Gaza, che, nonostante molte difficoltà, è riuscito ad organizzarsi. Serve anche come un promemoria sull’importanza della solidarietà globale e del supporto nel fronteggiare le sfide della salute pubblica nelle aree colpite da conflitti.