Corriere della Sera, 1 settembre 2024
Rivolta al carcere minorile Beccaria
Ore di tensione ieri notte all’istituto penitenziario minorile Cesare Beccaria di Milano. Già nella serata si erano verificati disordini all’interno del carcere e tentativi di evasione di massa. Il bilancio alla fine è stato di otto detenuti feriti e tre evasi dal carcere, di cui uno è stato ripreso dalla polizia giunta in breve tempo sul posto. Secondo quanto riportato dagli agenti, il detenuto ha scavalcato la recinzione del carcere e ha cercato di nascondersi tra la vegetazione che costeggia l’istituto. La polizia è riuscita a catturarlo prima che potesse proseguire la fuga. Gli agenti hanno circondato l’istituto e, muniti di torcia, hanno continuato a perlustrare la zona adiacente al carcere alla ricerca degli altri due giovani che si sono dati alla fuga. Sarebbero state utilizzate delle lenzuola annodate per uscire dalle celle. A favorire la fuga sarebbe stata la rivolta organizzata poco prima dai detenuti: i ragazzi avrebbero bruciato alcuni materassi presenti all’interno delle camerate. In passato si sono già verificati altri episodi simili. Lo scorso 20 agosto cinque agenti di Polizia penitenziaria e tre detenuti sono stati portati in ospedale per una leggera intossicazione a causa di un materasso in fiamme. Altri incendi sono stati appiccati anche durante il mese di luglio quando un lenzuolo ha preso fuoco all’interno di una cella al piano terra. L’intervento dei vigili del fuoco ha impedito che l’incendio divampasse e si propagasse negli altri spazi. Uno degli ultimi episodi di fuga risale, invece, a giugno quando due giovani reclusi hanno tentato di fuggire dall’istituto. Entrambi sono stati ripresi dopo qualche tempo. Da alcuni mesi l’istituto penitenziario Beccaria, che ospita quasi un centinaio di giovani di cui la maggior parte sono minori stranieri non accompagnati, è nel mirino della Procura di Milano. Dalla fine di aprile gli arresti e le sospensioni di 21 agenti della polizia penitenziaria accusati di violenze nei confronti dei detenuti hanno fatto crescere l’attenzione sulle condizioni all’interno dell’istituto minorile. «Nel carcere non c’era un direttore stabile e il comandante era assente nei momenti cruciali – ha sottolineato in un’intervista al Corriere la presidente del Tribunale per i minorenni di Milano Maria Carla Gatto –. Serve una formazione specifica degli agenti di polizia penitenziaria».