La Stampa, 31 agosto 2024
I social delle Paralimpiadi sono pieni di meme
La pagina ufficiale delle Paralimpiadi ha fatto molto discutere. Perché piena di video che sfiorano i meme. Da una parte, diventano virali, questo significa che un grande pubblico li vede. E io che credo che il mondo della disabilità manchi ancora molto di rappresentazione sono tendenzialmente felice di vedere raggiungere sempre più persone perché più persone vedono, più curiosità si genera. Dall’altra, credo che l’ironia non può essere l’unico mezzo per comunicare. Funziona come aggancio, funziona perché la disabilità è fatta anche di leggerezza e di risate… ma bisogna poi usare quelle persone raggiunte per raccontare anche altro, in modo più profondo e più rispettoso.Conosco i social bene, ci lavoro, l’ironia da sola rischia anche di legittimare sconosciuti a farla laddove non fa ridere.Cosa avrei fatto io? Avrei semplicemente messo anche più video di sensibilizzazione o di divulgazione per mixare. Avrei voluto anche conoscere di più gli atleti che abbiamo visto diventare virali, ma avrei anche voluto conoscere le loro storie… Questi atleti non hanno la stessa copertura mediatica degli atleti olimpici, poteva essere un modo per dargliela non solo ridendo.Credo che le persone con disabilità non abbiano più voglia di pietismo e di essere ricordate solo come portatrici di valori. Ecco perché hanno tanta voglia di fare ironia e di sdrammatizzare e di raccontare la vita così come la vivono loro. Ed io sono pienamente d’accordo con questa idea. Dobbiamo destrutturare l’idea della persona con disabilità come una persona santa perché ha superato le avversità della vita, quindi può sempre trasmettere qualcosa.
Non insegniamo sempre qualcosa e non viviamo per insegnare cose agli altri ogni minuto. Per questo abbiamo voglia di raccontarci ed essere rappresentati come atleti.Quindi quando dico che avrei voluto vedere anche contenuti divulgativi e educativi e le loro storie, intendo quelle degli atleti, dei loro percorsi sportivi. Come si fa per gli atleti olimpici.Mi sarebbe piaciuto vederlo di più anche sulla pagina ufficiale delle Paralimpiadi, ma penso che questo cambiamento sia stato epocale. Quindi aspetto i prossimi Giochi. Se Milano Cortina volesse il mio contributo alla comunicazione ne sarei lusingata.Altra cosa: avrei voluto anche più copertura mediatica e social, così come è interesse di brand e sponsor. Invece ancora una volta abbiamo visto andare alle Olimpiadi una sfilata di influencer assenti invece alle Paralimpiadi. Come avrei voluto vedere Parigi impegnarsi di più per mettere in funzione gli ascensori della sua metro, sarebbe stato un messaggio concreto.