La Stampa, 31 agosto 2024
Stellantis propone a operai in cassa di andare in Polonia
Polemica su Stellantis. A due giorni dalla riapertura dello stabilimento di Mirafiori, dove prosegue la cassa integrazione, per dieci operai carrellisti si profila anche un’altra ipotesi: trasferimento di due settimane, su base volontaria e «adeguatamente remunerata», nella fabbrica di Tychy in Polonia. Laddove sono prodotte la Fiat 600, la nuova Jeep Avenger e l’Alfa Romeo Junior. Ieri l’annuncio dell’azienda ai sindacati, insieme alla comunicazione che l’impianto di trasmissione eDct torinese prevede un incremento di addetti: dai 518 attuali a oltre 750, vista la necessità di ricorrere a 20 turni settimanali entro settembre per «esigenze di mercato» legato alla domanda dell’ibrido. I dipendenti potrebbero essere pescati da Termoli, ma anche da altri poli produttivi italiani. Tuttavia, i sindacati non ci stanno e lanciano accuse. Stellantis risponde evidenziando che «è una prassi consolidata nel gruppo. Solo nell’ultimo anno e mezzo, il numero di operai italiani in trasferta volontaria presso altri stabilimenti è oscillato tra le 600 e le 2.600 unità». E che si tratta di «una fake news che i lavoratori siano “vittime” di un ipotetico, addirittura “violento”, ricatto».Il tema non tira Samuele Lodi, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile del settore mobilità: «È il segnale di un’azienda senza strategia e che intende disimpegnarsi dall’Italia». Poi rilancia la convocazione di un tavolo con il governo e l’azienda, già fissato il 17 settembre al Mimit. Tra le questioni che verranno discusse c’è anche il progetto per la gigafactory a Termoli. «Diecimila posti di lavoro persi negli ultimi anni non sono stati sufficienti ad arrestare questo declino – dice Rocco Palombella, numero uno della Uilm -. La strategia di Stellantis è fallimentare e non può continuare così. Siamo ancora in tempo per bloccare un disastro occupazionale e industriale».A tal proposito, il segretario generale della Fim-Cisl, Ferdinando Uliano, prevede una produzione annuale «vicina alle 500 mila unità contro le 750 mila del 2023». E riporta che «è aumentato il ricorso alla cassa integrazione in tutti gli stabilimenti Stellantis. La situazione più preoccupante perché inaspettata è quella della Sevel, dovuta al calo dei volumi dei veicoli commerciali». Infine, Uliano appunta che dal prossimo anno finiscono gli ammortizzatori sociali: «Senza questo salvagente, circa 25 mila posti di lavoro sono a rischio tra Stellantis e l’indotto», dice. Capitolo Chrysler. Dopo l’offerta di Frank B. Rhodes Jr., pronipote del fondatore della casa statunitense acquisita da Fiat nel 2014, l’azienda ha dichiarato di non aver intenzione di cedere nessuno dei suoi brand, riaffermando l’impegno sull’intero portafoglio.