ItaliaOggi, 30 agosto 2024
L’acqua Panna a Pola costa il triplo
«In Italia ti salassano, vai in vacanza all’estero, che risparmi!». Sì, come no. Raccontatelo alla mia amica Giulia, di origini istriane, che passa l’estate a Pola con la famiglia e ogni tanto mi aggiorna sulle novità del posto. Avendo Giulia occhio da reporter, spesso mi gratifica di dossier a tema, come ad esempio lo scimmiottamento dei termini italiani sugli scaffali dei supermercati croati, quell’italian sounding croce e delizia del made in Italy. Quest’anno invece si è concentrata sui prezzi. Perché, se da noi sono un problema, lì, meta turistica per eccellenza per tanti italiani, lo sono ancora di più.
Va detto che generi alimentari e servizi costano mediamente di più durante l’estate. Ma non al punto che gli imprenditori locali della movida, quelli che trovi ai «kafici», i piccoli caffè, o i ristorantini, decidano di andare a Trieste a fare lo spesone, consci di guadagnarci nonostante la benzina e tutto. Racconta il direttore di un supermercato italiano di confine di aver battuto a un cliente croato uno scontrino di 600 euro, di cui un terzo in barattoli di Nutella, necessari, gli ha spiegato, per fare le crepes. Ma bastano le foto scattate nei market croati, sia quelli tedeschi tipo DM sia quelli legati a catene italiane, per capire come il boom dei prezzi sia proprio boom. Quanto meno nei posti dove vanno a comprare i turisti, perché magari la gente del luogo sa come e dove risparmiare.
E quindi ecco 1,79 euro per una bottiglia di acqua Panna che in Italia sta sui 50 centesimi; i Nutella Biscuits in confezione da 300 grammi a 4,49, mentre da noi si trovano a 3,54; 150 grammi di affettato locale 7,09 euro. «Fino a Natale costava la metà», fa, rassegnata, Giulia, che rincara: «Ho pagato uno scorfano fresco dell’Adriatico, del peso di 1.100 grammi, 47 euro. Era un desiderio che mi aveva espresso mia figlia e l’ho accontentata. Era un pesce stupendo, ma nondimeno… ciao ciao pescheria».
Del problema si è occupato anche La Voce del popolo, il quotidiano italiano dell’Istria e del Quarnero. Che ai primi di agosto titolava «Pola. A mangiare solo frutta si farebbe presto la fame. La follia dei prezzi». E giù con gli esempi: al mercato di Piazza del Popolo un chilo di fichi veniva via a 12-14 euro, pesche, nettarine e albicocche sopra i 5 euro, l’uva fragola sei euro al chilo. Per dare un’idea, in Puglia, regione indubbiamente turistica almeno quanto la Croazia, per le albicocche si parla di tre euro al chilo e per le pesche di 2,62 (dati Ipc-Istituto Pugliese Consumo). L’unica, insomma, è stare vicini al confine. Il bagno a Umago in Croazia o a Portorose in Slovenia, la spesa a Noghere in Italia. Ma a questo punto tanto vale starsene a Lignano Sabbiadoro e morta lì: non ci saranno le cristalline acque croate ma almeno non devi accendere un mutuo per una macedonia.