Avvenire, 30 agosto 2024
Alcuni soldati russi hanno appena diciott’anni
Ci sono soldati russi di leva sul fronte ucraino che hanno appena compiuto diciott’anni e son già finiti al fronte. A far che? Ad ammazzare. Sappiamo poco di loro, perché non ci sono fonti russe che c’informino. Sappiamo che alcuni sono stati uccisi subito perché si esponevano con ingenuità, i soldati-bambini sono docili ma ingenui, però le madri russe hanno protestato per questi rischi inutili a cui venivano esposti i loro figli, e da allora i comandi russi dicono che non li mandano più in prima linea.
Ma che significa? Questa è una guerra civile, cos’è la “prima linea” in una guerra civile? Adesso i ragazzi-soldati protestano: «Ci avevano detto che non avremmo mai preso parte alle ostilità»: ecco, quella è la prima linea, le ostilità. Il problema esplode perché i soldati russi che sono stati fatti prigionieri sono giovanissimi, la fonte che ho qui davanti li definisce «imberbi», senza barba, non adulti ma adolescenti.
In guerra sono stati catturati «facilmente». Non erano preparati a combattere, cioè a mirare, sparare, ammazzare. La guerra imbestialisce. Usa come killer, cioè assassini, dei ragazzini figli della borghesia che li ha educati a casa scuola giochi. Una guerra è una guerra quando tocca questo livello: trasforma i ragazzini in assassini.
La vera guerra è la guerra in cui tutti combattono contro tutti. C’è guerra o non c’è guerra dove questi diciottenni catturano e vengono catturati? C’è guerra, purtroppo. Scrivo queste righe in un’area italiana che confina con la Jugoslavia, e ricordo che un serbo aveva sempre guardato con invidia gli orecchini di una croata e si domandava come poteva prenderseli, finché un giorno si rispose che non doveva staccare gli orecchini ma le orecchie. Così scoppiò la guerra civile.
L’età in cui i ragazzi sono trasformabili in killer è questa, diciott’anni. A diciott’anni un soldato non sa uccidere. Può essere catturato facilmente, ma dopo hai un problema, cosa ne fai? Cosa gli fai? È il problema che esplode con la cattura dei diciottenni russi in uniforme. Grandi colpe, piccoli colpevoli. Le grandi colpe non le fanno i piccoli colpevoli, ma i grandi che li mandano.