Corriere della Sera, 30 agosto 2024
I cotton fioc in 3D e la cassaforte per la spiaggia
Mestre – C’è chi ha inventato dei cotton fioc riutilizzabili stampati in 3D con materiali biodegradabili, chi è riuscito a realizzare un forno industriale che abbatte i consumi di energia ma allo stesso tempo cuoce più velocemente, chi dalle bucce e dai torsoli della frutta è riuscito a ricavare principi attivi utili all’industria farmaceutica e cosmetica e chi ancora ha trovato la soluzione ai furti in spiaggia creando una cassettina di sicurezza portatile con materiali riciclati come le reti da pesca esauste. È grazie a idee tanto innovative, concretizzate da diverse start-up, se il Vega anche quest’anno ha ottenuto il certificato del Ministero delle Imprese e del Made in Italy che lo rende uno dei 65 incubatori riconosciuti come eccellenze a livello nazionale.
La certificazione arriva infatti a seguito dei traguardi raggiunti dalle 14 start up insediate all’interno del Vega, le quali nel 2023 hanno registrato quattro nuovi brevetti, utilizzato circa 300 mila euro di fondi pubblici per progetti di ricerca e sviluppo e creato un fatturato complessivo più alto del 35 per cento rispetto all’anno precedente, che si aggira attorno ai 10 milioni di euro. Tra le nuove realtà, sono cinque quelle che si occupano di dare vita a nuovi materiali 100 per cento green: la Mio Colibrì, creatrice degli EarBuddy, cotton fioc ecologici già in vendita sul mercato online, la Spink Bake che ha rivoluzionato l’ambito della cottura alimentare industriale con i suoi forni velocissimi che riducono al minimo il consumo di energia e la Pachamama Securety, che ha realizzato una mini cassaforte portatile la cui chiusura viene attivata tramite smartphone ed è dotata di un sistema sonoro antifurto a 110 decibel. C’è poi la Donne Imprenditrici, che lo scorso giugno ha presentato alla Camera una piattaforma online nata per promuovere l’imprenditorialità femminile e far conoscere al mondo l’eccellenza artigiana delle donne venete, e la Plantarei Biotech, che ha trasformato gli scarti della frutta utilizzata per le marmellate Rigoni di Asiago in creme e lozioni benefiche. Poi ci sono le altre start-up informatiche.