Corriere della Sera, 30 agosto 2024
Angelina Jolie, elogio della diva imperfetta
Una diva. Come la Callas. Angelina Jolie è la cantante lirica più grande di sempre in Maria, il nuovo film di Pablo Larraín, primo a rompere il ghiaccio, ieri, nel concorso di Venezia 81. Angelina che dà corpo agli ultimi giorni della cantante e alla donna che si sente tradita, è anche e soprattutto l’attrice di Hollywood dalla vita imperfetta, che si concede ai fan come fosse carne per un sacrificio. Ieri, per il suo ritorno alla Mostra del Cinema di Venezia a vent’anni esatti dal suo passaggio per Shark Tale in Piazza San Marco, l’attrice 49enne ha fatto vivere al popolo della Mostra una giornata da brividi caldi, lacrime ed emozioni come raramente si provano ai bordi del red carpet.
Sbarcata nella darsena dell’hotel Excelsior la mattina, pronta ad affrontare la lunga maratona a tappe degli incontri con la stampa, raccolta in un abito stile impero verde bottiglia impalpabile, Angelina si è concessa come nessuno forse sperava, fin da quel saluto ai fan che già erano assiepati sulla terrazza davanti all’hotel, quella dalla quale si aspettano gli arrivi migliori al Lido. «Oh thank you», risponde a chi, inseguendola per i corridoio dell’hotel, le grida che è stata magnifica nel film. Lo stesso aggettivo che la domestica Bruna (Alba Rohrwacher) usa per descrivere la sua performance insicura all’inizio del film.
Attrice, produttrice e regista, Jolie è con Maria allo snodo di una carriera che ha conosciuto inciampi e apnee per le sofferenze dovute alla fine del suo matrimonio con Brad Pitt: «Avevo bisogno di stare con la mia famiglia», ammette. Il viso triste della diva sofferente si allarga in un sorriso di commozione quando una giornalista spagnola la ringrazia per averla fatta piangere. «I’ll go back», «torno dopo», dice ai fan che alle 14.20, sotto spade di caldo che inibiscono il pensiero, la vedono entrare nel Palazzo del Casinò. Non prima di aver firmato tutte le foto possibili e aver vissuto con loro la magia di ritrovarsi: «Angelina ti ho aspettato per vent’anni, almeno una foto», recita un cartello che ormai sarà sudato, come tutti nella calca. Tutti tranne lei. Che ha, sì, è vero, la schiena nuda a mostrare i tatuaggi del passato, ma è avvolta, nel primo cambio d’abito della giornata, da un lungo sleep-dress di velluto nero. Tipico di una giornata di fine agosto. La sera, quando ormai è ora e bisogna andare in Sala Grande per far vedere il film al pubblico, nel momento di massimo glamour, l’abito color bronzo disegnato insieme alla stilista Tamara Ralph s’increspa perché Angelina s’inginocchia davanti a Pasquale Esposito, un ragazzo affetto da osteogenesi imperfetta raccolto in un lettino giusto davanti all’ingresso del Palazzo del Cinema. Saranno minuti interminabili, con il cast che aspetta, col pubblico che la chiama, e lei che dice a Pasquale: «Sono così felice di rivederti. È già la seconda volta, la prima volta era stato a Roma». Pasquale, che di sé dice di avere l’età di Peter Pan, ci riproverà anche oggi, quando sul red carpet arriverà un’altra marziana, l’australiana Nicole Kidman: «Ci è costato mille euro prendere un’altra notte al Lido», ammette il papà.
La folla l’acclama e lei, aiutata da un bodyguard, si rialza per rituffarsi, con incedere estraneo alle preoccupazioni del mondo, nell’abbraccio dei fan. Avvolta in una stola di pelliccia che sembra confermare le teorie sulla sua natura aliena, è ancora un regalare sorrisi e abbracci a tutti quelli che incontra. Vicino a lei, immancabile, il parrucchiere romano Massimo Serini, che la segue ovunque e ovunque le sistema i capelli, perfino in aereo. Intorno, i suoi compagni di viaggio nel film, tutti anche loro un po’ invernali nell’abbigliamento, complici le manie degli stilisti di presentare sui red carpet le collezioni che verranno: il regista cileno Pablo Larraín, che con questo chiude la trilogia dedicata alle grandi icone del Novecento incede in doppiopetto di velluto blu, elegantissimo, probabilmente sudatissimo; e anche Alba Rohrwacher sfoggia il velluto, lei con meno nonchalance della Jolie. Sul red carpet e tra il pubblico, molto più numeroso dell’esordio con Jenna Ortega e Monica Bellucci, spopolano ventagli e ventilatori. E si capisce anche perché.