Corriere della Sera, 30 agosto 2024
Alla Regata Storica cade l’ultimo muro per le donne
Venezia – Un mazzo di fiori ha coronato il sogno di parità nella voga. L’ultima spallata delle donne al mondo tradizionalmente maschile è avvenuta ieri alla benedizione dei gondolini nella Basilica della Salute, a Venezia, che precede la Regata Storica del primo settembre. Per la prima volta i gigli offerti in dono alla Madonna di Nicopeia sono stati portati dalla regatante più anziana, Jane Caporal di 62 anni, accompagnata dal regatante più anziano, Ivo Redolfi Tezzat, 58. In apparenza è stato un gesto semplice, in realtà quei fiori hanno abbattuto l’ultimo muro che faceva la differenza tra uomini e donne.
Fino a oggi infatti i fiori venivano portati soltanto dal regatante più anziano. In passato solo in un paio di casi l’omaggio a quella che è considerata la mamma dei veneziani era avvenuto per mano di donne, ma la reazione del mondo maschile era stata così indisponente da seppellire qualsiasi tentativo di replica. Ieri invece la svolta che cambierà definitivamente la storia della Regata Storica. Per arrivarci è stato necessario che alcune donne avanzassero la richiesta al Comune e non c’è stata alcuna resistenza, anche perché lo stesso Redolfi Tezzat aveva aperto a questa possibilità. «Spero che il gesto consolidi la presenza femminile nella voga – ha detto Caporal, molto emozionata —. Lo dedico soprattutto alle più giovani, con l’augurio che siano sempre più presenti». Non è l’unica novità. «Proprio nel segno della parità abbiamo deciso che da quest’anno la regina Cornaro, che apre il corteo della Regata Storica, sarà interpretata da una veneziana che ha portato lustro alla città – ha annunciato Giovanni Giusto, delegato alla tutela delle tradizioni —. Iniziamo con l’attrice Debora Caprioglio, proprio con questa edizione della regata Storica».
La battaglia per ottenere pari diritti era iniziata molti anni fa, per conoscere l’apice nel 2019, quando la regatante Elena Almansi aveva chiesto gli stessi premi per le competizioni di donne su mascareta e degli uomini su gondolini. All’epoca infatti il primo premio delle donne equivaleva al riconoscimento accordato all’ultimo classificato degli uomini. «Non era una questione di soldi, ma proprio di parità – ricorda oggi Almansi, in gara domenica con Viola Ghigi sulla mascareta bianca —. Inoltre l’equità dei premi significava anche riconoscere il valore di preparazione atletico delle donne». Almansi ieri era soddisfatta: «Sono veramente felice che finalmente siano stati abbattuti tutti i muri». Quella di domenica sarà la Regata storica più «femminile» da quando è stata ripristinata la manifestazione, citata per la prima volta in un codice anonimo del 1274. L’edizione 2024 sarà ricordata per i fiori e per l’ingresso delle Giovanissime su mascarete: otto equipaggi di ragazze dai 14 ai 19 anni sfrecceranno sul Canal Grande, inclusi tre equipaggi formati da tre coppie di gemelle.
Non è stato facile nemmeno questo, ma la differenza l’ha fatta Elena Bonacin che, a 13 anni, l’anno scorso aveva scritto una lettera al Comune di Venezia, chiedendo come mai le ragazze non gareggiassero nella stessa categoria dei maschi. Giusto ha acconsentito e tante giovani hanno iniziato a esercitarsi per ottenere il numero base per avviare la competizione, ovvero otto. I ragazzi che invece gareggeranno su pupparini hanno dovuto partecipare a più selezioni: saranno nove più una riserva. La Regata storica rimane però un teatro di battaglie. Proprio ieri il Gruppo Insieme che racchiude una quarantina di realtà legate al mondo della voga, ha invitato ogni veneziano o chi ha la casa che si affaccia sul percorso delle barche, a esporre un cartello con la scritta: «Stop moto ondoso». Di sicuro quella di domenica sarà una giornata emozionante, dedicata a Palmiro Fongher, Re del Remo e regatante amatissimo, mancato il 27 agosto a 92 anni. Per omaggiarlo tutte le imbarcazioni saranno listate a lutto, una fascia nera sarà annodata a poppa, e davanti alla Machina si osserverà un minuto di silenzio e si farà l’alzaremi in suo onore.