Corriere della Sera, 30 agosto 2024
La Fenice sciopera, salta la prima di Turandot
Venezia – Cala il sipario nel Teatro La Fenice. Questa sera, infatti, la tanto attesa prima di Turandot, ultimo capolavoro di Giacomo Puccini, non andrà in scena a causa del primo dei tre giorni di sciopero indetti dalle organizzazioni sindacali unitariamente alle Rsu del Teatro. Le altre date in programma sono il 13 settembre con La fabbrica illuminata di Luigi Nono e il 20 novembre con l’apertura della stagione prevista con l’Otello di Giuseppe Verdi.
La volontà del sovrintendente Fortunato Ortombina è quella di tentare di salvare il prossimo spettacolo, ma l’aria che tira si taglia con un coltello. Tra le motivazioni dello sciopero – firmate Cgil Slc, Cisl Fistel, Uil Uilcom e Fials – ci sono «una cronica incapacità della direzione di mantenere corrette relazioni sindacali», un’interpretazione delle norme contrattuali a danno dei lavoratori; una carenza di personale (315 previsti e 275 attuali) e un rapporto insostenibile con una persona della direzione. Dopo anni di tensioni tra direzione e sindacati e a pochi mesi dalla fine del mandato del sovrintendente, sembra che si sia arrivati a una resa dei conti.
«Per trovare una soluzione Ortombina dovrà cospargersi il capo di cenere, ammettere di non aver mai ascoltato le nostre richieste e darci delle risposte» dice Marco Trentin, violoncellista e referente di Fials. Non sono da meno i toni del sovrintendente: «Ora basta. Sono una persona accomodante, ma i sindacati devono dire chiaramente, punto per punto, perché scioperano – accusa Ortombina e aggiunge – Se si buttano via i 150 mila euro previsti dal ricavato della Turandot, devono esserci delle ragioni gravi che vanno spiegate. E che non si parli di tagli al personale perché ci si nasconde dietro a una foglia di fico». Scudi sollevati da entrambe le parti. «Lo stato di agitazione è stato annunciato a metà giugno ed è stato seguito da una procedura di raffreddamento conclusasi già a metà luglio – spiega Trentin – Invece di trovare soluzioni la direzione ha proposto generici tavoli e rimandato il tutto a dopo le ferie, procrastinando ancora una risposta». Per Trentin a questo punto i sindacati avevano il diritto di comunicare 24 ore prima lo sciopero, come previsto per legge. «Mi è stato comunicato all’ultimo, rendendo impossibile avviare la procedura di raffreddamento – ribadisce Ortombina – I sindacati facciano un elenco preciso di cosa non funziona perché non è chiaro». Il sovrintendete si difende dicendo che non è mai stato tagliato personale che la Fenice è a favore del rinnovo del contratto nazionale.