Corriere della Sera, 30 agosto 2024
Il caldo anticipa la raccolta delle mandorle di due mesi
Bari - Dopo le cozze tarantine, asfissiate dalla temperatura torrida del mare, anche le mandorle. L’afa di quest’estate ha costretto i produttori pugliesi ad anticipare e chiudere di due mesi la raccolta. Tempi che – a dire degli agricoltori – rischiano di compromettere la qualità, favorendo la concorrenza delle varietà spagnole. Da Toritto, patria della mandorla, viene chiesto il riconoscimento dei marchi Igp e Dop. Non c’è produzione che non abbia risentito del caldo torrido di questa estate. Dopo la moria delle pregiate cozze tarantine, dovuta al surriscaldamento delle acque marine, le temperature anomale non hanno risparmiato nemmeno le coltivazioni più resistenti, causando effetti negativi anche sulla mandorlicoltura. Di norma l’inizio della raccolta delle mandorle in Puglia avviene tra settembre e ottobre. Quest’anno, però, a causa del caldo torrido, la maturazione è avvenuta più rapidamente del previsto e la campagna mandorlicola può dirsi conclusa, con gli agricoltori preoccupati per la qualità e la quantità del raccolto. Le alte temperature hanno influenzato negativamente sia la resa che la dimensione dei frutti, mettendo a rischio un settore fondamentale dell’agricoltura pugliese. «Il settore mandorlicolo pugliese è in crisi» affermano in maniera netta i produttori che aderiscono a Cia Puglia, preoccupati dal fatto l’immissione sul mercato di alcune varietà spagnole di mandorle possano minacciare lo sviluppo delle rinomate varietà pugliesi come la famosa mandorla di Toritto, la Filippo Cea, la Genco e la Tuono. Da qui l’invito alla cooperazione tra i produttori mandorlicoli, al fine di evitare che la frammentazione dell’offerta finisca per indebolire ulteriormente il comparto pugliese. «La cooperazione in generale ed il sistema delle organizzazioni di produttori in particolare – sono le uniche forme organizzative che possono consentire ai produttori di costruire un percorso comune di valorizzazione, dotandosi delle strutture di trasformazione consone ed indispensabili» spiega Mario Bartolomeo, presidente dell’Organizzazione produttori “Mandorla di Toritto”. «Inoltre – aggiunge – sono importanti i controlli per far rispettare gli standard qualitativi e soprattutto al fine di tutelare le produzioni certificate come quelle rinvenienti da agricoltura biologica: in questo il riconoscimento di marchi di origine come Dop o Igp aiuterebbero il settore a fare quel salto di qualità e valorizzazione commerciale delle produzioni». Un passaggio necessario ma non sufficiente senza che vi sia un supporto delle istituzioni e della ricerca. «La riduzione del premio per la mandorlicoltura nell’ambito delle misure agro-climatiche ambientali non può che far diminuire le potenzialità, ancora inespresse, del comparto. Per giunta con la nuova Pac non sono riconosciuti contributi» rileva Giuseppe De Noia, presidente di Cia Levante Bari-Bat. «È inoltre necessario – conclude – che le istituzioni scientifiche aiutino sul campo gli agricoltori a porre in essere azioni utili a ottimizzare la fase di produzione».