la Repubblica, 30 agosto 2024
“Convivere dopo i 30 è bello solo su Friends”
Bologna - «Sono Ilaria e ho 29 anni. Lavoro come sviluppatrice software da cinque anni nella stessa azienda. Ho da poco comprato una macchina usata con cui posso fare le gite domenicali, sono riuscita a saldare il conto del dentista per curarmi le 8 carie che avevo. C’è ancora una cosa, però, che non posso permettermi ( e forse mai potrò in questa città): 40 metri quadri di autonomia in cui vivere, senza essere costretta a condividerli». L’utopia di cui Ilaria parla sono le case bolognesi, affollate non solo da studenti ma anche da lavoratori, spesso in regime di condivisione.Tavoli Ikea, letti a castello, un bagno in comune per 4/ 5 persone, di cui si serve anche chi ha un contratto alla mano, ma resta a un passo dall’ “emancipazione”. «Come faccio, in questo contesto, a non sentirmi costantemente in un limbo tra “ragazza appena uscita dall’università” e “giovane adulta indipendente”?» conclude. Una storia come tante, che ricalca quella più grande di chi dall’arrivo sotto le due torri non è mai stato in grado di progettare un futuro diverso dalle condizioni di partenza. Carmela Santangelo, lucana, 32 anni, in città dal 2011, prima laureata in economia poi consulente finanziaria senza cambiare il perimetro della stanza che può permettersi. «Posso concedermi vari sfizi, ma non una casa tutta per me. Un monolocale equivarrebbe a più di mille euro mensili, per ora mi oriento sui 550 di una stanza. Sento che questo sta bloccando il mio percorso di crescita, le mie scelte e sono pessimista verso il futuro». Paola Spagnulo, 33 anni, di Grottaglie, attrice, dal 2019 vive a 405 euro nello stesso appartamento verso San Lazzaro, con tre inquilini di cui è la più adulta. «Mi è capitato – racconta – di trovarmi nel bel mezzo di feste universitarie. Una situazione alla mia età insostenibile, cosi come lo è la gestione delle relazioni, dato che non si è liberi di ospitare persone. La verità è che dopo i 30 anni la convivenza è bella solo su Friends. Il futuro? Spero in un intervento divino. Non posso tornare al mio paese per l’attività che svolgo, né scegliere l’opzione periferia perché non ho la macchina». Chi invece ha le idee chiare è Daniela Ferri, di Cesenatico, ancora 24 anni ma già ingegnere biomedico all’ospedale Rizzoli. La bolla immobiliare l’ha fatta inciampare “solo” in una camera a 400 euro, in una casa con quattro studenti: «Alle 6 del mattino, prima di andare a lavoro, preparò il caffè mentre i miei coinquilini magari rientrano dalla serata. Bologna non è in grado di fornirmi una situazione abitativa accessibile e so già che a un certo punto andrò via, magari in una cittadina più piccola». Giorgia Monesi, di Treviso, una laurea e un lavoro a tempo indeterminato in un pub, ha abbandonato l’idea di un mini appartamento per lei e il suo gatto, a fronte della media dei 900 euro chiesti. «Sono ancora giovane e ho potuto ripiegare sulla convivenza. Ma quando avrò 35- 40 anni, cosa succederà? Il prezzo dei monolocali continuerà a salire, mentre io avrò lo stesso stipendio». Una strada per i giovani adulti sembra aprirla la vita di coppia, ma con la stessa precarietà di garanzie. Pasquale Pagano, 34 anni dalla Basilicata, impiegato nella pubblica amministrazione, ha affittato con la compagna di 32, lavoratrice del terzo settore, un bilocale fuori dal centro a 850 euro. «Benissimo, ma possiamo farlo soltanto perché stiamo insieme. E se dovessimo separarci? Non potrei più permettermelo. Forse tornerei alla vita condivisa». Con questi prezzi degli affitti anche dopo la laurea la situazione non cambia e si rimane studenti per sempre senza avere prospettive future.