la Repubblica, 30 agosto 2024
Tregua a Gaza per vaccinare i bambini
Gerusalemme – La prima buona notizia per Gaza da mesi la annuncia ieri sera il responsabile dell’Organizzazione mondiale per la Sanità nei Territori palestinesi: Israele ha accettato una pausa nei combattimenti per permettere al personale dell’Oms di condurre una campagna di vaccinazioni contro la poliomielite, tornata nella Striscia dopo 25 anni a causa della mancanza di igiene e dell’acquasporca. La pausa, di cui si parlava da due giorni ma non era stata confermata, inizierà nel centro di Gaza domenica e proseguirà poi nel Nord e nel Sud: in ciascuna delle aree le armi si fermeranno per tre giorni, con la possibilità di estenderli a quattro. Anche Hamas ha accettato di fermare gli attacchi. «Non è l’ideale, ma è un modo per andare avanti», ha detto ai giornalisti Rik Peeperkorn dell’Oms. Da settimane, le Nazioni Unite chiedevano di bloccare le azioni per vaccinare i bambini a rischio. A Gaza si combatte ininterrottamente da novembre quando, dopo i primi 51 giorni di campagna militare, era stata raggiunta una tregua per lo scambio donne e bambini israeliani – prigionieri palestinesi: l’accordo era crollato dopo una settimana.In attesa dello stop nella Striscia ieri i bombardamenti sono proseguiti, così come le azioni dell’Idf: 68 i morti, più di 40.600 le vittime dal 7 ottobre secondo il ministero della Sanità gestito da Hamas. Le trattative per un cessate il fuoco permanente o comunque esteso vanno avanti da settimane fra il Cairo e Doha: ma per quanto i tavoli tecnici siano ancora riuniti non sembrano esserci progressi significativi all’orizzonte.Ieri le famiglie dei 107 ostaggi – vivi e morti – ancora nelle mani di Hamas si sono ammassate sul confine fra il Sud di Israele e la Striscia urlando messaggi per i loro cari, grazie a un potente sistema di amplificazione.A un certo punto alcuni familiari hanno forzato uno sbarramento e cominciato a correre verso Gaza, prima di essere fermati dai soldati.Si è continuato a combattere anche in Cisgiordania, dove mercoledì è iniziata la più grande operazione militare israeliana dalla Seconda Intifada. I campi profughi di Tulkarem e Jenin, considerati i centri della resistenza palestinese, sono stati per il secondo giorno il cuore dei combattimenti: 5 uomini sono stati uccisi, fra cui quello che Israele considera uno dei comandanti militari di Jenin. Il segretario generale dell’Onu Guterres ha chiesto al governo Netanyahu di fermare l’operazione, ma le sue parole sono cadute nel vuoto. L’Idf conferma che l’azione andrà avanti. Israele sostiene di voler prevenire azioni terroristiche simili all’attacco fallito a Tel Aviv la scorsa settimana. I palestinesi, invece, che il premier Netanyahu e i suoi vogliano una guerra stile Gaza.Ciò che accade in Cisgiordania è stato al centro del consiglio dei ministri degli Esteri della Ue: l’Alto commissario per la Politica estera Borrell ha sottoposto agli Stati una proposta di sanzioni contro Itamar Ben Gvir e Bezalel Smotrich, i ministri di estrema destra del governo israeliano. L’accusa è istigazione all’odio contro i palestinesi: Borrell ha illustrato l’aumento delle azioni commesse dagli estremisti ebrei dal 7 ottobre in Cisgiordania e ricordato le parole pronunciate dai ministri della necessità di affamare Gaza e sull’ipotesi dell’uso di armi nucleari sulla Striscia. Sul progetto non è stata raggiunta l’unanimità necessaria. «Ipotesi irreale. Non è la maniera per convincere Israele ad accettare l’accordo per il cessate il fuoco», ha detto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. Due giorni fa a usare le sanzioni come arma di pressione erano stati gli Stati Uniti, imponendole su gruppi accusati di appoggiare e finanziare gli estremisti ebrei.