Corriere della Sera, 30 agosto 2024
Argentina, arrestato l’ex br Bertulazzi in fuga dal 1980
È stato arrestato in Argentina e verrà estradato in Italia Leonardo Bertulazzi, appartenente alla colonna genovese delle Brigate Rosse. Bertulazzi, latitante dal 1980, deve espiare una pena di 27 anni di reclusione per i reati di terrorismo tra cui sequestro di persona, associazione sovversiva, banda armata e altro.
La polizia argentina lavorando insieme con l’intelligence italiana, lo ha arrestato ieri a Buenos Aires, dopo settimane di ricerche e pedinamenti. Un successo che arriva dopo anni di attesa, reso possibile anche dalla revoca da parte delle autorità argentine dello status di rifugiato che il brigatista era riuscito a ottenere nel 2004.
Non è la prima volta che Bertulazzi finisce in manette. Era già successo nel 2002, sempre a Buenos Aires, dopo una complessa attività di indagine condotta dall’Interpol tra il Salvador e l’Argentina, lì dove si era nascosto. Bertulazzi, in quell’occasione finì in cella ma poi fu rilasciato. Gli otto mesi trascorsi in carcere all’estero, però, hanno evitato la prescrizione della pena, con tanto di possibilità di un suo rientro in Italia senza rischiare di essere arrestato. La Cassazione, infatti, lo aveva dichiarato «uomo libero» perché la pena a 27 anni non era stata espiata a 30 anni dal delitto. A dire no ci aveva poi pensato la Corte d’Assise d’appello di Genova, dopo il ricorso della Procura generale, motivando come interruzione della prescrizione proprio quell’arresto lampo, nonostante non fosse stata concessa l’estradizione. Così, dopo anni, al suo arrivo in Italia, Bertulazzi ora dovrà espiare la sua condanna.
Appartenente alle Br, conosciuto con il nome di battaglia di «Stefano», si era reso colpevole, tra gli altri delitti, di aver partecipato al sequestro dell’ingegnere navale Piero Costa, avvenuto a Genova il 12 gennaio 1977. Un rapimento che serviva per ricavare denaro da usare per sovvenzionare l’attività terroristica, come i 50 milioni di lire che vennero usati per l’acquisto dell’appartamento di via Montalcini 8, a Roma, dove venne tenuto prigioniero Aldo Moro.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha espresso «profondo apprezzamento» per l’operazione che è stata «resa possibile da un’intensa collaborazione tra le autorità italiane, quelle argentine e l’Interpol».