La Stampa, 29 agosto 2024
Operazione in Cisgiordania
Gerusalemme – Da ieri una possente operazione dell’esercito, una delle più grandi degli ultimi anni, è in corso nel nord della Cisgiordania, nel triangolo formato da Jenin, Tulkarem e Tubas, anche se si registrano alcuni raid a Nablus e a Gerusalemme est.Se dal 7 ottobre l’attenzione del mondo è rivolta alla Striscia, con il suo enorme bilancio di vittime e di dolore, ci si è dimenticati che da sempre la Cisgiordania ribolle e che le operazioni dell’esercito nei Territori Occupati, soprattutto a nord, sono quasi quotidiani. Tanto da contare, dal 7 ottobre fino a martedì, 652 morti. L’operazione antiterrorismo, come l’ha definita Israele, parte dal fallito attentato di dieci giorni fa a Tel Aviv sud, quando un ordigno è esploso a Lehi Road. La bomba, nello zaino di un palestinese di Nablus, è esplosa prima che l’uomo la posizionasse in un’area affollata. Hamas ha subito rivendicato l’attentato.L’operazione in corso vede centinaia di militari impegnati che hanno anche sigillato le città di Jenin, Tulkarem e il campo di Far’a a Tubas, controllandone le strade di accesso. Nel campo di Nur Shams a Tulkarem è stato allestito un checkpoint militare per consentire ai civili di lasciare le abitazioni. Consigli di evacuazione che stanno piovendo anche su altre zone e che in molti vedono come il tentativo, come accade a Gaza, dell’esercito di dimostrare di cercare di evitare vittime civili. Nell’area dell’operazione, vivono circa 80 mila persone. L’esercito, denunciano palestinesi locali, ha bloccato anche l’accesso agli ospedali.È stato il ministro degli esteri Katz su X a paragonare le operazioni di Gaza e Cisgiordania. «Dobbiamo affrontare la minaccia esattamente come affrontiamo le infrastrutture terroristiche a Gaza, compresa l’evacuazione temporanea dei civili palestinesi e qualsiasi altro passo necessario», ha detto definendo l’operazione «una guerra in tutti i sensi». Per il ministro, la rete di terroristi nell’area, è finanziata e aiutata militarmente dall’Iran. Dopotutto, che Jenin, Tulkarem e Nablus non siano nuovi a questo tipo di operazioni, è cosa nota. A luglio dell’anno scorso l’esercito stazionò due giorni a Jenin in una operazione simile a quella in corso. A maggio fu usato un aereo caccia contro militanti e durante la tregua di fine novembre a Gaza, mentre venivano liberati gli ostaggi da un lato e i prigionieri palestinesi dall’altro e le armi erano cessate, si combatteva a Jenin e Tulkarem.A Nur Shams il locale battaglione ha fatto saltare uno dei bulldozer dell’esercito usati per spianare le strade e abbattere le case di coloro identificati come terroristi. Finora, sono almeno dieci le vittime, militanti secondo Israele, dell’operazione che dovrebbe protrarsi per giorni. Le prime erano a Jenin, città da sempre spina nel fianco dell’esercito. Qui, più che a Tulkarem e Nablus, comunque radicalizzate a causa soprattutto del malcontento dei giovani verso l’occupazione israeliana e il disinteresse dell’Autorità Nazionale Palestinese, insistono diversi gruppi terroristici: oltre ad Hamas e al Jihad Islamico, si registra la presenza, tra gli altri, del Saraya al Quds, il Battaglione Jenin, le Brigate Balata. Il presidente dell’Anp, Abu Mazen, che era in vista in Arabia Saudita, ha ridotto il suo viaggio ed è tornato prima a Ramallah. Per il suo portavoce, Nabil Abu Rudeineh, quello che accade in Cisgiordania e a Gaza, porterà a risultati «terribili e pericolosi, continua una guerra globale contro il popolo palestinese, la sua terra e i suoi luoghi sacri e che queste operazioni, oltre agli altri atti come arresti indiscriminati, non porteranno sicurezza e stabilità a nessuno».La preoccupazione è che un’operazione così grande nei numeri, possa provocare reazioni sia da Gaza sia dagli altri gruppi collegati. Secondo Sky News Arabia, l’alto funzionario di Hamas, Khaled Meshaal, ha chiesto la ripresa degli attentati suicidi in Cisgiordania. E l’Onu denuncia: «Violato il diritto internazionale. E un nostro veicolo è stato colpito da Israele». Nel frattempo nella Striscia l’esercito continua le operazioni e i palestinesi denunciano vittime nell’attacco a un ospedale a Deir al-Balah. Il corpo di un militare ucciso il 7 ottobre è stato recuperato dall’esercito a Gaza mentre i familiari degli ostaggi oggi terranno una manifestazione ai confini con la Striscia.Il team negoziale di Mossad e Shin Bet è volato a Doha dove per un nuovo round di colloqui. Per gli americani la riuscita è nelle mani di Hamas. A Doha si trova anche l’inviato americano per il Medio Oriente, Brett McGurk, che parteciperà ai colloqui e che ha incontrato i vertici del Paese. Secondo informazioni di intelligence, ottenute dal Jewish Chronicle, il leader Yahya Sinwar per non farsi uccidere non farebbe un passo tra i tunnel di Gaza senza avere con sé 22 ostaggi vivi e ammanettati che usa come scudi umani.La guerra continua anche a nord. Oltre agli scambi tra Israele ed Hezbollah, l’aviazione dello Stato ebraico ha rivendicato un attacco in Siria, sulla strada tra Beirut e Damasco, uccidendo Firas Qasem, uno dei leader del Jihad Islamico.