Corriere della Sera, 29 agosto 2024
A Venezia stop al film sgradito ai russi
Venezia - Almeno qui, vince la Russia. Ma siamo solo all’inizio di una intricata vicenda appena cominciata e dagli esiti ignoti. C’è un film che racconta la campagna di deportazione crudele avviata nel 2006 dalle autorità russe ai danni dei cittadini georgiani.
Primo giorno, primo caso alla Mostra di Venezia. Il film si intitola The antique e l’ha girato la regista georgiana Rusudan Glurjidze. In concorso alle Giornate degli autori (Gda), è stato bloccato «con decreto d’urgenza» dal Tribunale di Venezia. È stato accolto il ricorso della società coproduttrice russa Viva film, spalleggiata dai partner croati e ciprioti. Motivo: presunta violazione di copyright.
Ma in molti parlano di censura. La regista si dice sconvolta e sconcertata: «Trovo inaccettabile che una voce libera sia costretta al silenzio, non tanto per me ma per le ragioni del mio popolo».
Il giudice, spiega Giorgio Gosetti delegato generale delle Gda (sezione esterna alla Biennale), «non ha una competenza specifica sui diritti d’autore, e ha agito in modo unilaterale, in quanto non è stata interpellata la Cinetec, ovvero la società georgiana produttrice di maggioranza del film».
Il presidente delle Gda Francesco Ranieri Martinotti si adopererà «in tutti i modi per sbloccare la situazione e per riaffermare la libertà d’espressione». Si è confrontato con le associazioni di categoria che promuovono le Gda, «siamo preoccupati, il ricorso è stato presentato a una specifica sezione del Tribunale specializzata in materia d’impresa. Gli aspetti imprenditoriali sono importanti ma non possono prevaricare, nel contesto del festival, il valore artistico delle opere e il diritto morale degli autori».
Ambientata nella San Pietroburgo di oggi, la storia racconta i fatti tragici subìti dal popolo georgiano nel 2006, ovvero la deportazione illegale di migliaia di georgiani condotta dalla Russia. «Si riferisce – dice Rusudan Glurjidze – a eventi reali che hanno causato grandi sofferenze a me e ai miei connazionali. Questa crudele campagna di deportazione era rivolta solo ai cittadini georgiani. Ed è stata il risultato di un peggioramento delle già tese relazioni politiche tra i due Stati. Nei primi giorni, 2680 persone furono espulse».
I russi, dopo essere entrati nel progetto, chiedono il silenzio su questo film. La proiezione prevista ieri è stata sospesa. Eppure il dispositivo del provvedimento non la inibisce esplicitamente. Così dicono i curatori della sezione che aggiungono: «Il giudice non parla di proiezioni. Ma resta il provvedimento di un giudice, e non possiamo renderci correi. Riteniamo che il nostro primo dovere sia la difesa del diritto d’autore e quindi della regista Glurjidze, presente a Venezia. La decisione del giudice va seriamente presa in considerazione in attesa di ulteriori sviluppi. Faremo tutto il possibile, nel rispetto del diritto, ma anche della libertà espressiva dell’autrice, per sostenere l’esistenza stessa dell’opera e la sua visibilità a Venezia nei prossimi giorni».