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 2024  agosto 28 Mercoledì calendario

Gli italiani troppo poveri che non possono permettersi di andare in vacanza

Cresce l’Italia povera che non si muove da casa. Nemmeno nell’agosto più torrido di sempre perché non può permetterselo per il caro bollette e i rincari diffusi. Gli esclusi sono il popolo della strada in perenne mutamento che ormai comprende i rifugiati, poi quelli che una casa ce l’hanno, ma sono disoccupati oppure lavorano in nero o da precari e sottopagati e non possono pagare affitti e bollette né a cucinare perché il frigo è vuoto. E ci sono i vari spettri della solitudine, da quella degli anziani a quella delle persone con problemi di salute mentale. I problemi sono diversi nelle metropoli rispetto ai piccoli centri. Ma i riferimenti di chi sta ai margini restano la parrocchia, il centro di ascolto Caritas o l’emporio solidale diocesano e la rete associativa in cui sono spesso inseriti.
«Sono anni che le Caritas diocesane si organizzano per tenere aperti almeno una parte dei loro servizi anche ad agosto – spiega don Marco Pagniello, direttore di Caritas italiana – per far fronte ai bisogni di una popolazione povera in crescita costante e che non ce la fa a reggere agli aumenti. Con pacchi viveri, con i soldi per pagare le bollette e gli affitti. Penso alle famiglie monoreddito, soprattutto a quelle numerose, e a chi un reddito non ce l’ha, ai senza dimora anziani e agli anziani soli e a chi ha problemi di salute mentale e non sa dove andare in questi giorni perché i servizi sono chiusi per ferie. Noi ci siamo».
Le vacanze sono un sogno per tanti a Roma, conferma il direttore della Caritas capitolina Giustino Trincia: «Vedo con tristezza tanti bambini con i genitori che si affannano per portarli nei parchi o ai musei per non fargli pesare le difficoltà economiche. Questo ha portato all’apertura straordinaria dei centri di ascolto. Siamo in una metropoli dove l’invecchiamento è accentuato e c’è una tendenza di molti pensionati che non ce la fanno più all’isolamento. Le difficoltà sono aumentate negli ultimi tre anni con l’aumento del costo della vita legato all’energia e il mancato recupero rispetto all’inflazione. Chi può attinge ai risparmi. E chi non può risparmia sulle spesa, le cure, le vacanze. Le più penalizzate, con problemi anche di tipo alimentare sono le famiglie numerose straniere anche per la forte disparità reddituale. Per fortuna tante parrocchie romane organizzano centri estivi con una settimana di ferie per i piccoli a prezzi bassi. Ma non dobbiamo stupirci, secondo l’Istat la povertà assoluta negli ultimi 15 anni è triplicata e senza un adeguato sostegno al reddito le cose non cambieranno».
La solitudine soprattutto degli è il problema nascosto anche a Milano che non è più deserta ad agosto, ma conta comunque molte chiusure di servizi e negozi. Un esempio di come vengono seguiti nelle periferie della metropoli viene dal centro di ascolto Caritas decanale di Affori che ha sviluppato un servizio telefonico di prossimità. «Li sentiamo periodicamente – afferma la responsabile Carla Airaghi – e una rete di volontari provvede poi a fare la spesa o ad acquistare medicine».
In Sicilia, Caritas Noto ha tenuto aperti i centri di ascolto per affrontare la situazione difficile di molte famiglie povere con bambini e soprattutto la solitudine degli anziani e ha predisposto una rete che li aiuta anche nelle case di riposo.
A Napoli la Caritas diocesana ha predisposto un piano straordinario di apertura estiva dei centri di ascolto causa povertà: «Le utenze e gli affitti da pagare non vanno in vacanza. E nemmeno gli anziani poveri e soli. Nella sola settimana di Ferragosto – conferma la direttrice suor Marisa Pitrella – abbiamo accolto grazie a volontari e operatori molte nuove famiglie di disoccupati che faticano a pagare l’affitto di casa nelle comunità parrocchiali sempre attive e disponibili. In agosto sono aumentate le distribuzioni dei pasti nelle mense dove va anche chi lavora in nero o è precario». Caritas Napoli si è impegnata inoltre con le istituzioni ad aiutare gli sfollati di Scampia dopo il crollo alle Vele. «C’è collaborazione, tanta fiducia reciproca», commenta la direttrice. Il Comune ha assegnato il sussidio alle persone regolari e a tutti quelli censiti nel 2023, per gli altri gli aiuti sono arrivati dalla Caritas in collaborazione sempre con il Comune. «Abbiamo assistito – conclude suor Pitrella – a una bella dimostrazione di solidarietà, ma oltre alle grandi aziende e al Napoli Calcio, molte persone hanno voluto donare e tanti si sono offerti come volontari per accogliere e far giocare i bambini di Scampia negli oratori. Save the Children si è messa a disposizione per sostenerli».
Per vedere la faccia nascosta della più grande città turistica italiana, Firenze, bisogna mettersi in fila alle mense e ai centri Caritas: «Da anni ormai – commenta il responsabile del servizio Marzio Mori – dal tempo dell’emergenza Covid, teniamo aperto. E, oltre ai senza dimora per i più anziani e malati del quali il caldo è la vera emergenza, vediamo sempre più anziani soli e famiglie di lavoratori che chiedono pacchi alimentari perché gli hanno magari staccato gas e luce per morosità. Durante l’anno la percentuale di beneficiari italiani dei servizi è più alta, in estate ci sono soprattutto stranieri. Quest’anno, in particolare, molti sudamericani».
Più a nord, in Liguria, nella provincia turistica per definizione della Spezia, la Caritas non chiude mai per ferie. «Le telefonate che chiedono aiuto sono in aumento – spiega il direttore don Luca Palei –. Ma oltre ai servizi di ascolto dormitorio e mensa per anziani e donne sole con bambini, emerge la questione dei senza dimora, sia gli italiani anziani che i rifugiati usciti dai Cas, i centri di accoglienza». Centri che devono lasciare dopo aver ottenuto la protezione, ma spesso senza aver trovato una sistemazione anche se lavorano. Senza dimora che più a nord, in una città con una grande tradizione di accoglienza come Bergamo affollano il Punto Sosta, centro diurno della Fondazione Diakonia-Caritas Bergamasca che apre tutti i pomeriggi per offrire uno spazio alternativo alla strada a uomini e donne e uno spazio doccia. Per le donne c’è anche un’apertura mattutina a settimana nello “Spazio Irene” con attività e momenti dedicati.
A Pordenone il direttore della Caritas diocesana Andrea Barachino, oltre alla distribuzione dei pacchi alimentari alle famiglie, ha dovuto affrontare una nuova emergenza di strada nei giorni di Ferragosto. «Davanti a una parrocchia del centro – racconta – sono arrivati diversi migranti pachistani. Provenivano dalla rotta balcanica, sono entrati in Italia a Gorizia e si sono fermati in cerca di ristoro. Li abbiamo aiutati e sono ripartiti». A Chioggia, diocesi divisa tra le province di Venezia e Rovigo, diversi comuni hanno invece segnalato alla Caritas il problema del caporalato, piaga ormai diffusa su tutto il territorio nazionale con i lavoratori migranti che vanno a chiedere abiti e cibo ai centri di distribuzione. A Piacenza l’Emporio solidale resta aperto quattro giorni alla settimana a orari alteri di mattina e pomeriggio. I beneficiari sono circa 140 nuclei familiari. «Il 65% sono stranieri – spiega il direttore, Mario Idda – le percentuali rispetto agli italiani si sono invertite dopo la pandemia. All’Emporio non accedono con tessera per un anno più eventuali sei mesi solo per avere sostegno alimentare, ma grazie alla rete che comprende, con Caritas, Auser, Croce Rossa e le agenzie di lavoro interinale, si cerca di inserirli nel mondo del lavoro. Insomma, la spesa quotidiana con la tessera a punti è uno strumento per tornare all’autonomia». Per non far pesare la situazione ai più piccoli ci sono luoghi dedicati al gioco e con molta fatica si cerca di coinvolgere le principali frequentatrici, le madri e compagne, a partecipare a corsi di italiano per integrarle. È una delle sfide che emergono in questo giro d’Italia estivo affacciati sulla prima linea della povertà