il Fatto Quotidiano, 28 agosto 2024
Travaglio fa a pezzi Matteo Renzi
Da due giorni stavamo in pensiero: erano già 48 ore che nessun giornalone intervistava Renzi. Ma ieri il Corriere ha colmato la lacuna con l’apposita Meli. La notizia (si fa per dire) dell’intervista (si fa per dire) è che il pover’uomo s’offre al centrosinistra come un mendicante da marciapiede con la scimmietta col cappello in bocca. Solo che nessuno lo vuole (cioè la Schlein e alcuni combattenti e reduci del renzismo). Lui però risponde con una battutona: “Servono voti, non veti”, che sarebbe anche carina se non l’avesse già fatta in tutte le altre 67 interviste agostane. La Meli è affranta: “Conte mette il veto su Iv”. Ma il problema non sono i 5S, Avs e Calenda: è la base del Pd che non vuol vederlo neppure in cartolina. Gli iscritti al CVR (Comitato Vittime Renzi) sono legione, ma i più incazzati sono gli elettori e i militanti dem, da quando si videro scippare il partito da un finto rottamatore e vero restauratore che li trascinò dal 40,8% del 2014 (quando gl’italiani non lo conoscevano) al flop del referendum del ’16 (iniziavano a farsi un’idea) al 18,8 del 2018 (lo conoscevano) alla scissione del 2019. Il resto della presunta intervista è il delirio ombelicale di un mitomane che crede di contare ancora qualcosa: “Siamo decisivi nei collegi marginali dove il risultato si gioca sull’1-2%” (ma lui può farne perdere il triplo). “La Meloni ha capito il valore della nostra mossa (non dice quale, ndr): non a caso ha passato agosto a farci (noi chi? ndr) attaccare dai suoi” (sembra che la premier abbia fatto testamento). “In politica estera Conte è imbarazzante” (pare che non prenda soldi da Bin Salman, non sia amico del genero di Trump e non faccia affari con oligarchi russi e spioni israeliani).
Siccome non c’è un solo punto comune fra lui e il centrosinistra, infatti Iv vota spesso con la destra o si astiene (Ucraina, Israele, premierato, Rdc, salario minimo, Superbonus, Ponte, Jobs Act, giustizia, bavagli, immunità, conflitti d’interessi, Toti, Santanchè), spiegare perché i bersagli dei suoi insulti dovrebbero riabbracciarlo è arduo pure per lui. E oplà: “La Convention di Chicago è il modello per superare le divisioni”, perché i dem “lavorano nella stessa direzione per far vincere la Harris”. Cioè: in America il Partito democratico si allea col Partito democratico per far vincere la candidata del Partito democratico, ergo in Italia il Pd deve allearsi con uno che prima l’ha affondato, poi ha fondato un altro partito per dargli il colpo di grazia. Ora purtroppo toccherà attendere almeno altre 24 ore per leggere la prossima intervista, dal titolo: “Servono voti, non veti”. Sottotitolo: “A.A.A. Offresi postulante tuttofare disponibile per alleanze, battesimi, comunioni, cresime, matrimoni, feste di laurea, addii a celibato/nubilato. Prezzi modici”.