Il Messaggero, 28 agosto 2024
La reunion degli Oasis vale 400 milioni
«La sparatoria è cessata. Gli astri si sono allineati. La grande attesa è finita. Venite a vederlo, perché non sarà trasmesso in tv». Gli Oasis non potevano scrivere un messaggio più epico di questo per annunciare una reunion che i fan hanno atteso per quindici anni e che è già nella storia della musica. La notizia che tutti stavano aspettando è apparsa sui social della band di Noel e Liam Gallagher alle 9 – ora italiana – ieri, nell’incredulità generale. Gli indizi circolati tra i fan più accaniti nelle scorse settimane, che Il Messaggero aveva raccolto e decifrato lo scorso 10 agosto, non erano rumors messi in giro da mitomani in cerca di attenzione: era tutto vero. È tutto vero.Quattordici gli show, tutti in Gran Bretagna: debutto il 4 e 5 luglio 2025 al Principality Stadium di Cardiff, poi l’11, 12, 19 e 20 luglio gli Oasis suoneranno a Heaton Park nella loro Manchester, il 25 e 26 luglio e il 2 e 3 agosto saranno allo Stadio di Wembley a Londra, l’8 e 9 agosto si esibiranno allo Scottish Gas Murrayfield Stadium di Edimburgo e il 16 e 17 agosto al Croke Park di Dublino. Tra vendite dei biglietti, sponsorizzazioni, merchandising e quant’altro la reunion potrebbe fruttare, secondo le stime del Sun, almeno 400 milioni di sterline, vale a dire 475 milioni di euro (e contribuire non poco al Pil dei paesi che toccherà: i prezzi degli hotel per quelle date sono già alle stelle). Un milione in tutto i biglietti disponibili: la caccia ai tagliandi partirà sabato 31 agosto alle 9 su Ticketmaster, ma ieri sera a sorpresa sono state aperte le registrazioni a una lotteria per accedere alle prevendite. Il sistema è andato in tilt, non un buon auspicio per sabato. «Sta accadendo», hanno scritto, didascalici, Noel e Liam Gallagher, i due rissosi fratelli – 57 anni il primo, 51 il secondo – che un mese fa si sono finalmente ritrovati in uno studio londinese per stringersi la mano e scattare le loro prime foto insieme dal 2009, diffuse ieri. Per i più romantici, la reunion è il lieto fine di una delle storie più avvincenti del rock, quella dei fratellini figli della working class di Manchester che negli Anni ’90 si presero tutto, riscattando un’infanzia turbolenta (segnata dai gravi problemi di alcolismo del padre: mamma Peggy li crebbe da sola), e che ora si preparano a riprendersi tutto. Per i più scettici, invece, che pure proveranno ad accaparrarsi i biglietti (qualcuno si domanda se siano previsti rimborsi in caso di nuova lite tra i due, ma al momento il “dettaglio” non è specificato), i quattordici concerti sono solo un modo per monetizzare la nostalgia. Del resto, in questi anni nessuno dei due, da solo (Noel ha inciso quattro album e tre Ep con la sua nuova band, gli High Flying Birds; Liam ha inciso due dischi con la band dei Beady Eye, tre da solista e uno con l’amico John Squire), è stato in grado di produrre qualcosa di tanto memorabile quanto Wonderwall o Don’t Look Back in Anger. Successi che dopo aver venduto 75 milioni di copie vendute negli Anni ’90 oggi generano 5,4 milioni di sterline (6,3 milioni di euro) all’anno di guadagni derivanti dallo streaming sulle piattaforme. A proposito: gli ascolti delle vecchie hit su Spotify lunedì, mentre montavano le voci sull’annuncio, sono aumentati di oltre il 160% rispetto a una settimana fa. Il grosso finisce nelle tasche di Noel, che di quelle hit era autore.A fare della reunion una questione meramente economica era stato proprio lui: «La farei solo se qualcuno mi offrisse 100 milioni di sterline», disse nel 2021. Il cachet sarebbe di 60 milioni di sterline complessive a testa, vale a dire 71 milioni di euro. A questa somma bisognerà aggiungere le entrate dalle vendite di magliette e accessori (proprio da ieri sono disponibili alcune t-shirt frutto di una collaborazione con Levi’s – prezzo: 35 sterline l’una, ovvero 41 euro), quelle legate alle partnership e quelle legate alle vendite delle ristampe dei dischi (quella per il trentennale di Definitely Maybe, l’album d’esordio del 1994, uscirà venerdì): la cifra finale potrebbe avvicinarsi a quella desiderata da Noel. E forse anche superarla. Così «non guardare al passato con rabbia», per citare la hit del ’96, è decisamente più semplice