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 2024  agosto 28 Mercoledì calendario

Luca Ricolfi spiega perché alla fine sarà il Pd ad affossare lo ius scholae

Il sociologo e le polemiche estive dentro gli schieramenti: 
«Il governo tiene. E anche a sinistra si ammucchieranno»
Le liti nel centrodestra, con le polemiche sullo ius scholae, e le faticose prove di campo largo dall’altra parte. Le vacanze si concludono e ci si chiede se i temi che hanno abitato queste settimane lasceranno tracce e tossine nelle coalizioni, specialmente nel centrodestra. Luca Ricolfi, studioso di analisi dei dati, autore di saggi acuminati e volto della tv, risponde al Giornale partendo dalla querelle sulla cittadinanza e dalle divisioni fra Lega e Forza Italia.
Fi insiste nell’allargare l’Italia ai nuovi italiani. Lo ius scholae può essere la strada giusta?
«Se ben modulato, lo ius scholae va benissimo. Ma è un’illusione pensare che risolva i problemi di integrazione degli immigrati nel nostro tessuto sociale e nella nostra cultura. Anche perché, paradossalmente, i veri problemi di integrazione non riguardano certo i ragazzini scolarizzati, ma semmai l’esercito degli immigrati irregolari: e per questi ultimi non è certo la concessione della cittadinanza che può sanare la situazione».
La Lega ha risposto no a Tajani: incidente estivo o inizio di una crisi di governo e prove di nuova maggioranza Fi-Pd?
«Incidente estivo. Non vedo proprio come Forza Italia potrebbe cambiare alleanze, ma soprattutto non vedo perché il governo dovrebbe suicidarsi a metà legislatura su una questione di principio obiettivamente marginale».
Fi si sta spostando sempre più sulla casella dei diritti. Queste aperture potrebbero intercettare pezzi di elettorato oggi a disagio col centrodestra?
«È vero, il riposizionamento è in atto da tempo. Penso ai segnali di disponibilità in materia di sovraffollamento carcerario, un problema decisamente più importante di quello della cittadinanza agli adolescenti. E soprattutto penso alle aperture di Marina Berlusconi in occasione della presentazione del progetto libertario della casa editrice Silvio Berlusconi Editore: Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Mi sembra abbastanza chiaro che Forza Italia sta cercando di accreditarsi come partito dei moderati, anzi come unica plausibile offerta di centro. La dissoluzione del Terzo Polo e la catastrofe di Renzi-Calenda-Bonino alle elezioni europee rendono il progetto tutt’altro che velleitario».
L’Italia cerca lavoratori che non trova. L’immigrazione legale può essere una risorsa per rilanciare il Paese?
«Certo, ma solo se ci metteremo in condizione di scegliere chi far entrare, e soprattutto di qualificare chi entra ma non ha le competenze di cui più c’è bisogno. Ormai i giovani italiani non sono disponibili a fare i lavori di cui c’è bisogno, anche se ben pagati, perché quel che cercano sono lavori che conferiscano status e lascino tempo libero. Un ventenne preferisce aprire un bar, o diventare influencer, o fare il video maker, o fare il disk jockey, piuttosto che sottomettersi alle fatiche dei tanti lavori per cui c’è domanda: elettricista, idraulico, mungitore, meccanico, autotrasportatore, cameriere, bagnino, commesso, eccetera».
Lo ius soli potrebbe avere fortuna nel nostro Paese o provocherebbe solo danni? È un modello che possiamo importare nel nostro Paese?
«Questa è una delle poche cose su cui sono d’accordo con Giuseppe Conte e i Cinque Stelle: lo ius scholae è una proposta sensata, lo ius soli ha più difetti che pregi. Il fatto di nascere in Italia non significa nulla, e agganciarlo alla cittadinanza potrebbe stimolare comportamenti opportunistici. Ma secondo me lo scenario più verosimile è una sorta di remake di quel che a suo tempo accadde con il Ddl Zan. Allora Enrico Letta e il Pd ne fecero una questione di principio, rifiutando ogni compromesso e mediazione, che invece avrebbero permesso di varare una buona legge sull’omotransfobia (c’erano diversi disegni di legge ragionevoli, che sarebbero tranquillamente passati, anche con i voti della destra). Temo che in un futuro più o meno prossimo succederà la stessa identica cosa: Elly Schlein si impunterà sul pacchetto globale (ius scholae + ius soli) per ragioni di principio, pur di non votare soluzioni, più moderate, che avrebbero anche i voti della destra».
Il centrodestra ha passato un’estate litigarella, a sinistra invece si cimentano, fra veti e aperture, col campo largo. Schlein ce la farà a mettere insieme Pd, 5 Stelle, Renzi e compagnia?
«I litigi nel centro-destra sono scaramucce irrilevanti, è così quelli nel centrosinistra. Alla fine si ammucchieranno sia gli uni sia gli altri, a meno che la nuova legge elettorale (necessaria se passa il premierato) consenta corse solitarie. E in quel caso Calenda potrebbe tentare l’ennesima avventura. Che poi questo significhi vincere le prossime elezioni è tutt’altra questione. Più l’alleanza è larga e più lettori progressisti si rifugeranno nell’astensione o nel voto a Forza Italia».