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 2024  agosto 28 Mercoledì calendario

Dopo 10 anni Luca Maestri lascia la Apple

Quando lo scorso 2 maggio Apple annunciò il calo del 10% delle vendite dell’iPhone, le cassandre dell’hi tech cominciarono a intonare il de profundis. I signori invece che popolano Wall Street anziché deprimersi e benché avessero sotto gli occhi i dati del report trimestrale, premiarono la società di Cupertino. Nella sessione post trade le azioni della Mela salirono del 6%. All’indomani, a mercati aperti, confermarono che il clima da fine di un’epoca sancito dalla flessione degli iPhone era esagerato. Quello su cui Wall Street si concentrava era il margine lordo, aumentato al 46,6%, una traiettoria ascendente che rifletteva la crescita del business dei servizi dell’azienda ritenuta foriera di solidi e costanti profitti. Confessò a suo tempo un analista: Apple è diventata grande, non è più la macchina sforna gadget (costosi e ultratecnologici s’intende) ma un vero e proprio colosso finanziario, focalizzarsi sulle vendite di un solo apparecchio diventa operazione miope.Se Wall Street reagì così bene il merito è anche di un italiano: Luca Maestri, 60 anni, romano, dal 2014 Chief Financial Officer (Cfo) della casa di Cupertino dove era entrato nel 2013 con il ruolo di Corporate Controller. Dal primo gennaio Maestri lascerà il suo incarico, ma resterà nell’orbita Apple guidando il team dei servizi aziendali, ovvero i servizi informativi, la sicurezza informatica e immobiliare. Farà riferimento a Tim Cook, l’amministratore delegato, con il quale interveniva nelle conference call con gli investitori snocciolando dati e chiavi di lettura sulle performance di Apple. Non è una rivoluzione, piuttosto un “avvicendamento programmato” visto che al suo posto arriverà Kevan Parekh, attualmente vicepresidente della Pianificazione e Analisi finanziaria del gruppo e di fatto nella stessa filiera di Maestri.Da quando Maestri è diventato Cfo nel 2014 – succedendo a Peter Oppenheimer – le azioni di Apple sono cresciute di oltre l’800% spinte sicuramente da una forte domanda di iPhone capaci di conquistare il mercato cinese che è continuato a crescere sino a fine del 2023. Negli ultimi dieci anni Apple ha più che raddoppiato le vendite, il reddito netto e aumentato il margine netto. Due dati a confronto: nel 2014 le vendite di Apple generavano 183 miliardi di dollari, nel 2023 sono salite a 383 miliardi.Maestri è l’artefice del più grande piano di buyback che un’azienda quotata possa vantare grazie a un “cash flow – spiegò in una riunione con gli investitori in primavera – in costante crescita negli ultimi anni”. Apple ha stanziato 110 miliardi cui si aggiungono i 90 degli ultimi tre esercizi.Nato a Roma nel 1963 Maestri si è laureato in Economia e Commercio alla Luiss; quindi, ha ottenuto un master in Business Administration alla Boston University. Negli States dove si è fatto un nome nei due decenni trascorsi alla General Motors ai tempi della joint venture Fiat-GM. Ma ha lavorato anche a un’altra grande partnership, quella fra Nokia e Siemens. Fra i suoi plus, la grande conoscenza dei mercati asiatici. Lì era riuscito ad ampliare il raggio di azione della GM e proprio questo aspetto, oltre alla fama di manager ambizioso e riservato, aveva attirato le attenzioni di Cooks nel momento in cui la conquista dell’Asia e della sua sterminata platea di consumatori era la chiave del successo nell’economia globale. Così nel 2013 la chiamata a Cupertino e poi le chiavi di capo della divisione finanziaria, ovvero numero due della società.In una nota Cook ha ricordato “Luca come partner straordinario nella gestione di Apple a lungo termine” e ha sottolineato il “ruolo cruciale nel migliorare e guidare le prestazioni finanziarie dell’azienda nel dialogo con gli azionisti e nell’instillare disciplina finanziaria in ogni settore di Apple”. “Non vedo l’ora di affrontare la prossima fase del mio percorso in Apple”, ha commentato Maestri sottolineando che quella di “servire l’azienda più innovativa e ammirata al mondo e di lavorare al fianco di un leader ispiratore come Tim Cook” è stato “il più grande privilegio della mia vita professionale”.