la Repubblica, 28 agosto 2024
Shayetet 13, i Navy Seals israeliani che si addestrano subendo le torture
È l’unità di élite delle forze armate israeliane con l’addestramento più lungo e più pesante. È anche l’unità più segreta, ma qualche rara volta il governo solleva un velo sulle sue missioni, come è successo ieri per la liberazione del beduino Qaid Farhan Al-Qadi tenuto in ostaggio da Hamas a Gaza dal 7 ottobre scorso: una operazione «coraggiosa e complessa», l’ha definita il portavoce del-l’Idf (Israel Defense Forces) Daniel Hagari, rendendo noto che oltre allo Shin Bet, il servizio di antiterrorismo interno, e all’unità Yahalom dell’esercito, vi hanno partecipato i commando di Shayetet 13.Alla lettera significa “Flottiglia 13”: un’unità, come suggerisce il nome, specializzata in incursioni via mare, sbarchi, intelligence marittima e liberazione di navi prese in ostaggio. Non era quest’ultimo il caso di quanto è accaduto martedì nella Striscia, ma i suoi soldati, evidentemente venuti dal mare, sono poi entrati in azione suterra, per essere evacuati probabilmente di nuovo sull’acqua. Raramente trapelano dettagli delle missioni o il nome dei suoi membri. Rispettata come una delle forze speciali migliori del mondo, viene spesso paragonata ai Navy Seals americani, i commando che furono inviati a uccidere Osama bin Laden nel suo rifugio in Pakistan. In pratica è l’unità gemelladi Sayeret Matkal, le forze speciali dell’esercito israeliano.I volontari degli altri reparti del-l’Idf che si candidano a entrare in Shayetet 13 devono impegnarsi a rimanerne parte per quattro anni e mezzo, il periodo più lungo di ogni unità di questo genere nello Stato ebraico. Il training dura dodici mesi e pochissimi passano tutti i test fisici e mentali, sino all’ultimo: due settimane di finta prigionia, in cui sono sottoposti a interrogatori, tortura e umiliazioni.Fondata nel 1949, la sua esistenza è rimasta segreta fino al 1957, quando è trapelata perché cominciò ad addestrarsi con i commando della Marina francese: fino ad allora i suoi uomini indossavano uniformi comuni, senza insegne particolari, per non distinguersi e rimanere anonimi perfino fra i propri compagni d’armi. Ha partecipato a missioni clandestine in Egitto, Libano, Siria, Algeria, distruggendo navi, catturando nemici, eliminando terroristi, compresi alcuni dei responsabili della strage di atleti israeliani alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Ha preso parte alla guerra dei Sei Giorni e a quella dello Yom Kippur, all’Operazione Mosè per trasportare migliaia di ebrei etiopi in Israele, alla guerra del Golfo e a quelle di Gaza.È emerso un solo fallimento di questa leggendaria “flottiglia”: nel 1997, in Libano, quando 16 dei suoi commando sbarcarono a Sud di Sidone, forse per uccidere un leader di Hezbollah, ma caddero in un’imboscata, perché il nemico aveva scoperto il piano e li aspettava. Morirono undici membri di Shayetet più un medico militare delle forze inviate da Israele in elicottero per soccorrerli e trarli in salvo.