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 2024  agosto 28 Mercoledì calendario

Luca De Carlo vuole il Veneto per sé. Altro che Tosi

Forza Italia introduce il tema delle prossime elezioni regionali in Veneto e fa il nome di Flavio Tosi come candidato presidente, mentre la Lega rivendica la propria territorialità. Luca De Carlo, senatore di Fratelli d’Italia e segretario veneto del partito, come reagite di fronte a questa aggressività dei colleghi di maggioranza?«È normale che tutti vogliano il loro candidato presidente. Da parte nostra non possiamo non ribadire come i veneti nelle ultime consultazioni, dalle politiche alle europee, ci abbiano confermato un consenso in crescita».Pensa che il vostro 37,6% sia un dato che potrà avere un peso?«Credo sarà inevitabile. Il confronto tra i partiti del centrodestra ci sarà, e ognuno porterà al tavolo le proprie posizioni, ma è chiaro che dobbiamo lavorare per presentarci uniti alle elezioni e la “dote” di voti che portiamo alla coalizione non potrà non influenzare la discussione».Nell’ottica di un tavolo nazionale, con la Lega che già amministra Friuli Venezia Giulia e Lombardia e Forza Italia che sta al vertice in Piemonte, verrebbe da dire che il Veneto tocca davvero a FdI.«Il risiko mi piace solo come gioco da tavolo. Dopodiché, non possiamo non considerare come sia il Veneto la regione dove FdI ha ottenuto il consenso percentualmente più alto alle elezioni europee».Si dice che ci potrà essere uno scambio tra i partiti della maggioranza: Regione Veneto a FdI, Comune di Venezia alla Lega e Comune di Verona a Forza Italia.«Il voto a Verona è lontano, Regione e Venezia sono tra qualche mese. Èchiaro che al tavolo di confronto parleremo di tutte le grandi partite elettorali che attendono il centrodestra nella prossima primavera, ma non dobbiamo farlo con l’obbiettivo di mettere delle bandierine, bensì per dare ungoverno locale capace».Con un indice di litigiosità così alto non c’è il rischio che salti il banco?«Le discussioni ci sono e ci sono sempre state ma non vedo motivi che possano giustificare una crisi».Del vostro partito si è sempre detto che il consenso è molto legato alla presenza di Giorgia Meloni. Crede che potrete fare la differenza anche con elezioni territoriali come quelle per la presidenza della Regione?«La presidente Meloni è certamente il traino di FdI, d’altra parte in Veneto abbiamo preso oltre 230 mila preferenze alle europee di giugno».In FdI però ci sono delle correnti che si contendono i posti di vertice.«In FdI non ci sono correnti, ci sono certamente sensibilità diverse. Credo che queste siano uno strumento di crescita per un partito e che contribuiscano allo scambio di idee. L’obiettivo di tutti è il bene e lo sviluppo delle comunità, non agli interessi del singolo».Secondo lei è possibile una riapertura della discussione sul limite dei mandati per i governatori?«Non posso non rievocare quanto detto dalla presidente Meloni: è un tema su cui deve pronunciarsi il Parlamento. Personalmente però ritengo ci siano temi più urgenti sui quali concentrare le nostre attenzioni e il nostro impegno, per il bene dell’Italia e del Veneto».