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 2024  agosto 28 Mercoledì calendario

Gli israeliani liberano un ostaggio

Un raro momento di vittoria per Israele e un altro ancora più raro di felicità condivisa tra cittadini ebrei e musulmani in questi mesi di guerra e dolore seguiti al tragico blitz lanciato da Hamas il 7 ottobre. Ieri le forze speciali dell’esercito sono riuscite a liberare vivo dai tunnel di Gaza uno dei rimanenti 109 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. Ne restano adesso 108 (sui circa 250 rapiti 10 mesi fa) e di questi la stima è che almeno una quarantina siano morti.
I media locali mostrano le immagini del beduino 52enne Farhan al-Qadi magro, ma sorridente e apparentemente in buona salute, mentre viene trasportato a bordo di un elicottero militare verso la salvezza circondato dai soldati che lo confortano. Musulmano, ha due mogli e 11 figli, vive nella cittadina beduina di Rahat, alle porte del Negev. Molti dei suoi abitanti lavoravano nelle piantagioni dei kibbutz devastati dalla furia jihadista e una trentina di loro vennero presi in ostaggio. Benjamin Netanyahu festeggia con lui, con la sua famiglia e la comunità beduina, che lo accoglie da eroe. «Questa operazione di successo dimostra che, a fianco dei negoziati, occorre tenere i nostri soldati a Gaza per fare pressione sui terroristi di Hamas», dice il premier israeliano in risposta agli americani e ai mediatori egiziani e qatarini, che insistono invece per il totale ritiro israeliano da Gaza e per il cessate il fuoco in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi, vivi o morti. 
L’esercito rivela pochi dettagli del blitz. «È stata un’operazione complessa, ma non abbiamo scoperto al-Qadi per puro caso», si limitano a dire i portavoce militari, lasciando capire di avere avuto da tempo notizie sui luoghi dove si potrebbero trovare gli ostaggi. Sembra che per liberarlo non ci sia stato alcun combattimento, i suoi rapitori devono averlo lasciato da solo una volta compreso che i soldati stavano avvicinandosi. Non lo hanno ucciso: è musulmano e ciò l’ha aiutato. Una settimana fa gli incursori israeliani avevano scoperto nei tunnel i cadaveri di 6 ostaggi, tutti ebrei israeliani. A oggi solo 8 ostaggi sono stati liberati vivi grazie a blitz simili. 
Comunque, a Gaza la battaglia continua. Sembra che i palestinesi uccisi negli ultimi bombardamenti israeliani siano una ventina. La tensione cresce anche in Cisgiordania. L’altra notte i coloni ebrei residenti nella regione attorno a Betlemme hanno effettuato un raid violento contro il piccolo villaggio di Wadi Rahhal, dove pare alcuni giovani palestinesi tirassero pietre contro le auto israeliane. Ne è seguito uno scontro dove è rimasto ucciso il 37enne Khalil Salem Khalavi, un arabo con cittadinanza israeliana che aveva deciso di vivere nella zona occupata. I media palestinesi puntano il dito contro i coloni. Ma a sparare potrebbe anche essere stato un soldato: ormai non sono rari i casi di soldati coloni, che non esitano a fare fuoco contro i palestinesi. Si calcola che dal 7 ottobre ne siano stati uccisi oltre 640 in Cisgiordania.