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 2024  agosto 28 Mercoledì calendario

I vescovi sono contrari all’autonomia differenziata

«Il Sud ha capito che la riforma» sull’Autonomia differenziata «è un cavallo di Troia per creare due Italie: una prospera, l’altra abbandonata a se stessa». A sostenerlo, in un’intervista a Repubblica.it, Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Ionio, vice di Matteo Zuppi alla Conferenza episcopale italiana (Cei). Alla domanda se sia questo il motivo per cui il Meridione sta firmando in massa per il referendum contro l’Autonomia differenziata, Savino ha risposto: «Sì, perché ne percepisce il pericolo mortale. Non solo avremo tante Italie quante le Regioni, ma si rischia pure un Far West tra quelle povere». Secondo Savino: «Le poche risorse, e l’arbitrarietà con cui saranno assegnate, innescheranno gelosie e quindi conflittualità. Il fatto che non si è voluto fissare il criterio di determinazione dei Lep non lascia immaginare nulla di buono». All’attacco del vicepresidente della Cei ha risposto Luca Zaia, governatore leghista della Regione Veneto: «Sono sorpreso e rammaricato, sono dichiarazioni basate su una lettura fuorviante e fortemente di parte. Quanto affermato da Savino non corrisponde al vero: non vi sarà alcun Far West. È importante capire se si tratta di un’opinione isolata o di una posizione ufficiale della Cei. Osservo acredine e livore, e forse un certo disprezzo nei confronti degli amministratori». Zaia si è detto disponibile a mettere in contatto la Cei con esperti e studiosi del tema «per chiarire ogni possibile dubbio». Secondo il governatore «Nord e Sud sono gemelli siamesi: se affonda il Sud affonda anche il Nord. L’Autonomia può invece mitigare le differenze che sono frutto del centralismo. Siamo abituati a una Chiesa che indica la via, che rispettiamo, ma questa volta la direzione è sbagliata». 
Tuttavia, già in passato, Savino aveva attaccato: «Noi non solo conosciamo il testo dell’Autonomia differenziata, ma l’abbiamo studiata bene insieme a costituzionalisti e docenti universitari che la materia la masticano più che bene, approfondendola». 
Non è del resto la prima volta che la Conferenza dei vescovi si mostra critica nei confronti dell’Autonomia approvata dal Parlamento a giugno. Zuppi a maggio si era espresso dicendo: «Questa riforma è un problema che riguarda tutto il Paese, e quindi la Chiesa nel suo insieme. Rischia di minare le basi di quel vincolo di solidarietà tra le diverse Regioni, presidio al principio di unità della Repubblica». In una successiva nota ufficiale la Cei aveva espresso «preoccupazione». Zuppi era quindi ritornato sul tema, a legge approvata, affermando: «Abbiamo fatto un documento ufficiale, quello che dovevamo dire lo abbiamo detto, si vede che non ci hanno preso sul serio, che dobbiamo fare?