Corriere della Sera, 28 agosto 2024
Il mistero di Julia Vavilova, 24 anni, bellissima, fidanzata di Pavel Durov, ora scomparsa nel nulla
Julia Vavilova, 24 anni di Mosca, nell’agosto del 2013 era in vacanza con i genitori in Messico: ha aperto il suo primo account social per raccontare la vacanza, su Instagram con il nome di Juli Maletc, verosimilmente il suo cognome reale. Nel 2018 apre un canale su Twitch per «strimmare» le sue sessioni di gioco in Counter strike, videogioco di guerra molto apprezzato negli eSport: i capelli non erano biondi, il naso non ancora all’insù. Il 24 agosto del 2024, Vavilova era all’aeroporto di Le Bourget, a Parigi, quando Pavel Durov è stato arrestato dalla polizia francese. La giovane donna era a bordo del jet del fondatore di Telegram – ed è stata rilasciata domenica, momento in cui si sono perse le sue tracce —, presenza rivelata su X da Baptiste Robert, esperto di sicurezza francese e, si dice, conoscente di Durov. A quel punto si è scatenata la ridda delle ipotesi, dal fatto che la donna fosse un’imprenditrice nel campo delle criptovalute all’essere invece una spia del Mossad, l’esca che ha portato Durov alla trappola francese. Niente di tutto questo: Vavilova è la compagna di Durov, vive a Dubai da due anni insieme al miliardario russo che ha la cittadinanza anche negli Emirati. E sui social, molti social da brava figlia della sua generazione, si descrive in modo molto semplice: «Vivo a Dubai, sto sperimentando una vita meravigliosa che condivido con te, il mio spettatore. Giochi, criptovalute. Lingue e mentalità aperta». Conosce l’arabo – lingua con cui gestisce un canale di consigli sulle «cripto» —, l’inglese e lo spagnolo.
Vavilova, come detto, non lesina nel lasciare tracce di sé sulla Rete. Anzi, al netto della sua relazione con Durov e della sua presenza domenica al momento dell’arresto, sfogliando i suoi social si ha l’impressione di una ragazza come tante: look in linea con le tendenze e la forte esigenza – come da descrizione sopra – di voler mostrare ai coetanei la propria vita. Che soprattutto negli ultimi tempi è diventata da sogno, in viaggio continuo: come scrive un utente su Telegram, sul canale Vavia’s – perché Vavilova ovviamente utilizza in abbondanza anche il social network creato dal fidanzato —, «sorella, tu sei James Bond nella vita reale. Un giorno fai surf, l’altro spari con un fucile e quello successivo vai a cavallo. La tua vita è un film d’azione». Datato 19 agosto, a commento di un video dove Vavilova spara in un poligono di tiro, in Azerbaigian. Pavel Durov si vede di spalle, forse uno sbaglio perché il manager non compare mai in nessuna delle centinaia di foto e clip postate dalla streamer (così si definisce) su Instagram, Telegram, Tiktok, Threads, Twitch, Youtube.
C’è una foto dei due a pranzo in un locale esclusivo di Baku (capitale dell’Azerbaigian) pochi giorni prima di partire per Parigi. Erano dunque assieme, come effettivamente accade quando si è fidanzati. Una relazione non troppo pubblicizzata, magari per proteggere lei (oppure lui, dalla smania di condivisione della fidanzata), o semplicemente perché un po’ di privacy piace anche a chi, con i social, ci va a nozze (e ci fa i miliardi). Perché la vita da «fidanzata di Durov» può non essere semplice, specialmente ora, dopo l’arresto di Parigi e la campagna #freedurov che sta rimbalzando online: il canale Telegram di Vavilova negli ultimi giorni si è riempito di commentatori che poco sembrano interessati ai quotidiani esercizi di ginnastica o ai gattini ritrovati. In inglese, in russo, in arabo. Si va dal «sei tu con le tue continue foto ad aver portato la polizia sulle tracce di Pavel» e «l’hai venduto!» fino ad arrivare a un meschino «finiti i soldi, ora finisce anche l’amore?».
Forse la realtà è molto più semplice, quella di una ragazza che è incappata in un finale inaspettato della fiaba che stava vivendo. Una risposta potrebbe arrivare domenica: a differenza delle altre dirette programmate su Twitch, quella dell’1 settembre non è stata cancellata da Julia Vavilova. Che magari deciderà di raccontare la sua (vera) storia.