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 2024  agosto 27 Martedì calendario

Flavio Tosi si candida per il dopo Zaia

«Le regionali in Veneto? Ci sono due parametri che bisogna considerare. Il primo è che nel 2025 si voterà anche in altre regioni, come Toscana e Campania, per cui bisognerà trovare un equilibrio complessivo del centrodestra in queste regioni. Il secondo è che un candidato forte vince, mentre un candidato sbagliato rischia di perdere anche se è di centrodestra. Il mio nome è sul tavolo. Vediamo gli altri quali sono…». Flavio Tosi, coordinatore veneto di Forza Italia, fresco di elezione al Parlamento europeo, non si nasconde dietro un dito. Domenica Antonio Tajani ha rilanciato la sua candidatura per il dopo Zaia e così l’ex sindaco di Verona scalda i motori. «Ora le sfide più interessanti sono in Emilia Romagna e in Liguria – ragiona a voce alta –. L’Emilia Romagna, in particolare, sarà una partita avvincente e tutti faremo il massimo sforzo perché cinque anni fa ce la siamo giocata contro il centrosinistra».Tosi, torniamo al Veneto. Considera davvero Luca Zaia fuori dai giochi per il prossimo mandato?«Il Parlamento si è già espresso tre volte contro il terzo mandato. Un voto bulgaro, insomma. Senza contare che Zaia sta concludendo quello che di fatto è il suo terzo mandato».Molti dicono che potrebbe candidarsi come sindaco di Venezia. Cosa ne pensa?«Sarebbe il candidato migliore per aiutare la coalizione a uscire da una soluzione che certamente non è bella. Bisogna vedere se lui ha voglia di prendere in mano una situazione che è un potenziale ginepraio».Come Forza Italia vi state spendendo per una riforma della legge sulla cittadinanza. Cosa farete se l’opposizione accetterà di votare la vostra proposta?«Lo Ius Scholae è un cambio culturale che non sconvolge lo status quo: di fatto si sposta dai 18 ai 16 anni l’età in cui poter richiedere la cittadinanza italiana, a fronte però di un percorso di studi lungo dieci anni. Tajani ha chiarito che il nostro intento è quello di porre il tema dentro la maggioranza e che non voteremo fuori da questo perimetro. C’è una disponibilità di Fdi a confrontarsi, lo Ius Scholae resta un tabù solo per la Lega e per Vannacci».Vannacci, fino a prova contraria, è stato eletto con il Carroccio. Come vede il suo ex partito?«Ormai la Lega è tutto e il contrario di tutto. Salvini è stato strategico a candidare il generale alle Europee perché sennò andava al 7%. Ma Vannacci, per la Lega, è e sarà un problema. Rispetto al Carrocccio che ho conosciuto io, e che come me hanno conosciuto anche tanti altri, Vannacci è l’esatto opposto. Vannacci è lo statalismo e il centralismo personificati e ha spostato la Lega ancora più a destra».Sui diritti civili però Forza Italia ha la sponda di Zaia…«Zaia dentro la Lega è minoritario. Con l’ingresso di Vannacci lo è ancora di più. Bossi diceva: “Mai con i fascisti”. Non so se Vannacci si definisce fascista, ma per tutti i richiami che fa e per le posizioni che assume di fatto lo è. La Lega è su posizioni di estremissima destra ma la società civile, per fortuna, va in un’altra direzione. Forza Italia è un partito liberale e in quanto tale riconosce i diritti che vanno riconosciuti nel mondo di oggi. Toccherà a Giorgia Meloni fare sintesi».Altra questione che vi divide dalla Lega è l’autonomia. L’avete votata, pur con qualche defezione, ma sembrate tiepidi…«Più che tiepidi siamo concreti. Se si vuole sperare che non passi il referendum dell’opposizione bisogna dare garanzie, alle Regioni che temono l’autonomia, che l’autonomia non le danneggerà. Forza Italia, esprimendo governatori al Nord come al Sud dal Piemonte alla Sicilia, passando per la Basilicata, cerca di trovare un equilibrio. Se l’autonomia diventa l’ennesimo derby Nord contro Sud la riforma è già morta».Tutte queste fibrillazioni non rischiano di minare la stabilità del governo?«Forza Italia e Antonio Tajani rappresentano la storia dell’unità del centrodestra. Nei decenni hanno sopportato grandi sacrifici per tenere insieme la coalizione. La Lega, invece, e lo dico da ex leghista, qualche colpo di testa l’ha fatto».