la Repubblica, 27 agosto 2024
Tutta l’Ucraina sotto una pioggia di missili e droni
«Da pelle d’oca», racconta chi c’era. Canta la donna con la mano sul cuore, l’anziano col cappello e la camicia ricamata. I ragazzi si aiutano col cellulare per ricordare le parole, Come non amarti, mia Kiev.Intonano l’inno della Capitale ucraina nel ventre della stazione della metropolitana Teatralna, al sicuro nella città di nuovo ferita da uno degli attacchi più violenti di questa guerra russa all’Ucraina.Sono già sei ore da quando si sono attivate le sirene dell’allarme aereo, e tutto il Paese è in fiamme: 127 missili e 109 droni, compresi 6 Iskander e 3 supersonici Kinzhal. Sette morti e una cinquantina di feriti. Vladimir Putin ha consegnato la prima risposta all’invasione ucraina a Kursk, e difficilmente sarà l’ultima.Gli obiettivi sono sistematici: è un attacco diretto alla rete elettrica, dalla generazione alla logistica dell’energia. Centrali, sotto stazioni. Quindici regioni colpite, blackout provocati o indotti in emergenza. Fiamme e torri di fumo in tutte le principali città e nei loro distretti, da Kiev e Odessa, da Dnipro a Leopoli.Un missile finisce dritto nelle acque del Mare di Kiev, il lago enorme formato dalla diga di Vyshgorod sul Dnipro: «Un attacco di precisione del nemico ha sbaragliato due interi battaglioni di carpe», scherzano gli ucraini sui social. Ma un secondo missile molto più preciso centra la sala delle turbine della centrale idroelettrica, e danneggia la carreggiata in cima alla diga. Il Consiglio di sicurezza e difesa nazionale dell’Ucraina assicura che non esiste il pericolo di un cedimento: provocherebbe una catastrofe non comparabile a quella scatenata dalla distruzione della diga di Novo Kakovka, che allagò una parte di Kherson. Interi quartieri di Kiev finirebbero sott’acqua. Ma le autorità ucraine dicono che in quel caso fu sabotata dall’interno, e ripetono che un missile non potrebbe mai provocarne il cedimento.L’attacco è così violento e generalizzato da suscitare un allarme internazionale. Droni e missili volano persino in direzione della Transcarpazia, nell’estremo sudest ucraino, e sfiorano la Polonia che dà ordine di levare in volo i suoi caccia. Un «oggetto militare», probabilmente un drone, viene rilevato in volo all’interno dei confini polacchi, ma i caccia non fanno in tempo ad abbatterlo.«Ho iniziato questa giornata con una lunga conversazione con il comandante in capo delle Forze Armate, Syrsky: stiamo preparando la nostra risposta alla Russia», dice il presidente Volodymyr Zelensky raccogliendo solidarietà e condanne come quella che arriva «con la massima fermezza possibile» da Washington nei confronti della Russia, che tenta di «far sprofondare il popolo ucraino nell’oscurità mentre l’autunno incombe». Arrivano anche risposte concrete, come«l’attrezzatura per ripristinare i danni subiti» promessa dagli Usa.Il Paese è in ginocchio, mezza Ucraina è al buio. Al rientro dal Donbass scriviamo grazie ai generatori di un alberghetto a Pryluky. A Kiev, in metropolitana si sono rifugiati in 52mila, non succedeva da molti mesi. Il sistema di approvvigionamento idrico sulla sponda destra della Capitale è a bassa pressione per i danni, i rubinetti ai piani alti sono a secco. Filobus e tram sono ko, i semafori in tilt. I treni in tutta l’Ucraina restano fermi, si immettono in servizio i locomotori a diesel ma i ritardi accumulati sono enormi.Al Cremlino il portavoce Dmitry Peskov dice che l’attacco a Kursk «non può rimanere senza risposta, e una risposta ci sarà». Quello di ieri dunque sarebbe solo il preambolo. Il ministero della Difesa russo e isiti filorussi sostengono che gli obiettivi non fossero solo le reti elettriche «e quelle del gas», ma anche «siti di stoccaggio delle armi aeronautiche fornite dai Paesi occidentali» e «il trasporto ferroviario di armi e munizioni verso il fronte».I Paesi occidentali hanno chiesto la convocazione del Consiglio di sicurezza dell’Onu per domani, la Russia ne chiede uno per il 30 agosto sulle forniture di armi occidentali a Kiev. Ma sono schermaglie diplomatiche, il potere di veto reciproco rende tutto esclusivamente simbolico. E intanto in Ucraina torna il rombo dei generatori di corrente che non si sentivano dalla scorsa estate, quando gli attacchi alla rete elettrica erano la strategia russa per sfiancare gli ucraini. Non funzionò.