il Fatto Quotidiano, 26 agosto 2024
La Lega in Trentino reintroduce i vitalizi per i consiglieri, aboliti dieci anni fa
Non lo chiamano più vitalizio, anche se il succo è lo stesso. Con un blitz la Lega tenta di tornare all’antico in Trentino Alto Adige cancellando la legge approvata dieci anni: il presidente del consiglio regionale Roberto Paccher, eletto sotto le insegne del partito di Matteo Salvini, ha depositato un disegno di legge che introduce una “indennità differita” gestita dalla regione per superare l’attuale sistema dei contributi versati ai fondi pensione indicati dai singoli consiglieri. Un’operazione a costo zero, giura Paccher. Ma in realtà con questa mossa i vitalizi tornano sotto mentite spoglie e soprattutto, va senza dire, tornano più ricchi: al momento infatti i contributi in questione subiscono l’onta di una tassazione al 40 per cento, mentre se venisse approvata la svolta tornerebbero esentasse.
Mica male! Per questo il provvedimento che rischia di far rientrare dalla finestra l’odioso privilegio di sempre ha suscitato polemiche a non finire. Di metodo e pure di merito, per la fuga in avanti che porta il sigillo non già di un peones qualsiasi ma del presidente del consiglio regionale leghista. “Un tema controverso necessità di un confronto. Non lo si affronta di nascosto” ha sottolineato il capogruppo del Pd in consiglio Alessio Manca a proposito del disegno di legge, presentato il 21 agosto quando erano tutti in ferie. Ma la questione è soprattutto di merito anche perché si tratta dell’ennesimo tentativo di rimpolpare il malloppo. O di resistere, con altri mezzi ai tagli imposti anche a queste latitudini sull’onda della breve stagione dell’austerity che ormai è un lontano ricordo anche per i vitalizi romani distribuiti da Camera e Senato. Nel 2022 era stata la Corte Costituzionale a tagliare la testa al toro stabilendo che a dispetto delle proteste la riduzione del 20 per cento degli importi, il limite al cumulo con il vitalizio parlamentare e il contributo di solidarietà, non ledevano affatto i diritti degli ex consiglieri del Trentino essendo misure giustificate da esigenze di contenimento della spesa, ma anche di sobrietà ed equità.
Ma Lorsignori non si sono mai rassegnati né su i tagli ai vitalizi né sulle indicizzazioni monstre degli stipendi, come ricorda il segretario della Cgil regionale Andrea Grosselli contestando il nuovo assalto. “La Lega ci riprova. A distanza di due anni da quando in piena estate la maggioranza regionale di centrodestra aveva tentato di garantire ai politici regionali adeguamenti automatici delle indennità in barba a migliaia di lavoratori e pensionati colpiti dall’inflazione e dall’erosione del potere d’acquisto, oggi gli esponenti del Carroccio provano addirittura a reintrodurre, sotto mentite spoglie, i vitalizi”. Piuttosto “si dovrebbe garantire il recupero di tutte le risorse non debitamente percepite dagli ex consiglieri in passato” ha rilanciato il sindacalista a proposito della nuova proposta che punta blindare il privilegio per i politici locali dopo appena cinque anni, non continuativi, di presenza in regione.
Stesso spartito da parte di Cisl e Uil. “In un momento in cui sarebbe opportuno provare a riconquistare la fiducia dei cittadini nei confronti della politica con azioni concrete che tutelino il lavoro e le famiglie non si comprende questo continuo tentativo di ripristinare, seppur sotto forma differente, i privilegi della politica. L’autonomia di cui godiamo deve essere utilizzata al meglio, nell’interesse di tutti i cittadini, proporre di modificare una legge per percorrere interessi di parte con la motivazione di adeguarsi ad altre regioni non ci sembra un utilizzo corretto e consapevole. Chiediamo al presidente di desistere e ritirare il disegno di legge”. Ma sono appelli destinati a cadere nel vuoto. Il presidente del consiglio regionale Paccher si è difeso spiegando che l’iniziativa porta solo vantaggi per la Regione: senza il versamento ai fondi pensione, l’ente approfitterebbe degli interessi maturati sulle somme autonomamente gestite. Ma c’è pure il rovescio della medaglia: vitalizio esentasse e cumulabile alla pensione dell’Inps. Un miraggio per tutti gli altri lavoratori con la previdenza complementare.