Il Messaggero, 26 agosto 2024
Biografia di Stefania Sandrelli
Non pochi film di Stefania Sandrelli, da Divorzio all’italiana di Pietro Germi fino all’atteso Parthenope di Paolo Sorrentino, sono stati girati in piena estate. «Nei mesi caldi, mentre gli altri andavano al mare, io ho sempre lavorato», spiega l’attrice nella sua grande casa romana immersa nel verde della via Cassia, «eppure non mi è pesato. Tutti, in famiglia, siamo abituati a trottare in qualunque stagione: io faccio cinema, mio figlio Vito e sua moglie Verena, entrambi medici, si sobbarcano pure i turni di notte in ospedale...Non ricordo molte estati in cui sia stata lontana dal set». Ma una, piuttosto recente, è rimasta impressa nella sua memoria: è il 2018, l’attrice ha finito le riprese del film A casa tutti bene di Gabriele Muccino nel ruolo della matriarca di una litigiosa famiglia e sul suo tavolo continuano a piovere offerte di lavoro. È allora che Stefania, con quella estemporaneità che ancora oggi, a 78 anni, la rende irresistibile e lieve come un’eterna bambina, prende una decisione "storica": quell’estate niente set, lascerà a bocca asciutta registi e produttori per andare in vacanza con tutta la famiglia.
È stato difficile rinunciare al cinema?
«No, perché avevo scoperto che in quel periodo erano tutti liberi: mio figlio Vito con la moglie e le loro ragazze Elena, Diletta e Nicole, la mia primogenita Amanda e i suoi figli Rocco e Francisco. Ritrovarci tutti insieme era un’occasione che non potevo assolutamente perdere. Il mio mestiere mi piace da morire, è la mia passione da quando ho l’uso della ragione e non potrei stare senza il cinema. Ma la vita viene prima».
E dove siete andati in vacanza?
«Con il mio compagno Giovanni (Soldati, ndr) abbiamo preso in affitto una villa all’Argentario, a Porto Ercole, davanti al famoso Isolotto. Una casa "pieds-dans-l’eau", proprio sul mare, immersa in un frutteto pieno di alberi di fichi. Nel giro di due giorni sono venuti tutti, seguiti dai rispettivi amici. L’idea che fossimo sotto lo stesso cielo mi dava una gioia vicina all’eccitazione. La notte di San Lorenzo abbiamo guardato le stelle cadenti. Mi sentivo felice. E libera, come lo sono stata pochissime altre volte».
Come e quando questa ritrovata libertà si manifestava? «Soprattutto al mattino, quando mi avventuravo da sola nel mare spingendomi oltre gli scogli arrotondati dell’Argentario. Nuotare in solitudine, senza fretta, mentre la casa si allontanava sempre più era una bellissima sensazione. E per me sconosciuta».
É nata a Viareggio, possibile?
«Ho sempre conosciuto il mare di spiaggia, dove la comodità esclude il senso dell’avventura. A Porto Ercole, superati gli scogli, andavo in cerca di certe piccole conchigliette luccicanti, rare come quadrifogli, che gli abitanti dell’Argentario chiamano "occhi di Santa Lucia". Dopo averle raccolte, le mettevo in bocca e poi tornavo a casa nuotando lentamente mentre da terra le mie nipotine mi guardavano ridendo».
Che rapporto ha con i suoi nipoti?
«Ci legano amore e complicità. Ho sempre adorato fare la mamma chioccia ma oggi, come nonna, me la godo ancora di più perché sono meno apprensiva, non ho le responsabilità di un genitore. Dei ragazzi so tutto: mi confidano gli amori e mi prendono in giro affettuosamente perché ficco il naso. Giorni fa ho ricevuto un biglietto da Nicole, la più piccola: "Nonnina, ti amo". Meglio di un Oscar».
Che consigli dà alle ragazze?
«Di essere sempre libere, di affrancarsi dalla famiglia come ho fatto io da giovanissima. Il lavoro è troppo importante: non ho pensato di lasciarlo nemmeno quando è nata la mia desideratissima Amanda».
Cos’altro ricorda di quella estate magica, lontana dal cinema?
«La sera che le mie nipoti mi trascinarono a ballare sulla piazza del paese. Mi sono scatenata, non volevo che la festa finisse più, è stato liberatorio. Molti mi riconoscevano, qualcuno mi ringraziava, vedevo tanti sorrisi e ogni tanto mi arrivava una pacca sulle spalle. In quel momento ho avuto la percezione esatta del pubblico, il mio pubblico, a cui devo tutto».
Dica la verità, si sentiva liberata perché il set di Muccino era stato stressante?
«Ma no. La lavorazione di A casa tutti bene è stata faticosa perché eravamo un esercito di attori. Ma ne ho un ricordo bellissimo anche perché tra l’altro ho fatto amicizia con "Picchio" Favino. Era diventato il mio punto di riferimento, prima di ogni scena ci consultavamo. E Gabriele interveniva: "Stefania, se hai dei dubbi chiedi a me". È geloso dei suoi attori ma in modo sano, è un grandissimo regista. E a me veniva da ridere».
Non andava in barca nel corso di quell’inedita vacanza? «Certo. Noleggiavamo dei piccoli gommoni e facevamo il giro del promontorio. Non ho mai posseduto una barca e tantomeno una villa al mare. Con il cinema non mi sono arricchita e me ne vanto: sono più i film che ho rifiutato di quelli che ho girato. Ho sempre fatto quello che mi piaceva. A volte sono stata pagata meno del dovuto ma non ne ho fatto un dramma. I soldi, per me, non sono mai stati un scopo ma un mezzo per vivere meglio e semmai fare qualche regalo. Appena nei hai troppi, ne diventi schiavo».
Anche "Parthenope" è stato girato d’estate, l’anno scorso. Il suo ricordo?
«Il caldo torrido che accompagnava i miei andirivieni tra Roma e Napoli. Io interpreto il personaggio che dà il titolo al film e simboleggia la grande bellezza di Napoli. È una donna affascinante, libera, indipendente. Girare il film (uscirà il 24 ottobre, ndr) è stata un’esperienza fondamentale: Sorrentino è un gigante e fin da subito mi è parso di conoscerlo da sempre. Tra noi non c’è stato bisogno di troppe parole, la comunicazione era sotterranea. Mi era capitato un’altra volta soltanto».
Con chi?
«Con Germi ai tempi di Divorzio all’italiana, nel 1961. Sul set gli davo del lei però capivo tutto di lui...Amo i registi-giganti e sogno di lavorare con Roberto Benigni. Se mi chiamasse in un suo film farei i salti di gioia».
Che estate sta vivendo ora?
«Sono a Roma e faccio il bagno nella piscina del mio condominio. Ho scelto di rimanere accanto a Giovanni che non è in perfette condizioni fisiche. Ma non mi pesa affatto. Stiamo insieme da 50 anni e lo amo moltissimo. Malgrado qualche baruffa, è l’uomo della mia vita».
Gloria Satta